Il Draft NBA 2023 nel segno di Wembanyama

Avete presente quando un'azienda, dopo aver visto che alcune sue politiche non sono andate a buon fine e che il tempo ha cambiato gli equilibri che si erano creati, corre ai ripari, torna in linea di galleggiamento, ma si accorge che i suoi competitors non si preoccupano delle sue scelte?

Avete presente quando un'azienda ha deciso di prendere una direzione ed anche quando qualcuno fa notare che potrebbe non essere la migliore, continua sulla sua strada senza prendere in considerazione gli avvisi? 

Ecco, questo è stato il Draft NBA di Wembanyama, dell'era del NIL e dell'affollato transfer portal, il Draft NBA 2023.

O meglio questa è stata l'impressione che ha dato a Rushandslam.

Il blog è sempre stato molto critico verso le scelte di tanti freshmen, magari freak atletici, non ancora pronti tecnicamente o che addirittura non hanno dato al college nessun particolare segnale di poter essere pronti per giocare a livello professionistico.

Da qualche anno la nascita nel NIL ed un transfer portal più agevolato per atenei e giocatori hanno cercato di trattenere alcuni di questi giocatori al primo anno e questo sembrava essere l'anno buono per tornare a vedere giocatori con più esperienza essere chiamati da Silver.

Invece no.

Nonostante ci siano molti giocatori di valore che, anche convinti dalla possibilità di guadagnare una favorevole somma di denaro, hanno deciso di tornare "tra i banchi", il draft ha continuato la sua strada andando a pescare giocatori international o che provengono da altri campionati insieme ai soliti freshmen con il primo giocatore con almeno 3 stagioni al college scelto solamente alla #18, Jacquez da UCLA, e 7 junior o senior su 30 giocatori del primo round. 

Con questo non voglio mettere in dubbio la prima scelta di Wembanyama, giocatore che ha saputo giocarsi bene le sue carte per mettere in luce tutte le sue qualità e che dovrà solo ritagliarsi una carriera lontana dagli infortuni, magari sentendo Holmgem per non fare come lui, per poter essere un giocatore pronto a spostare gli equilibri.

Nemmeno la seconda scelta di Miller, che però avrebbe potuto ritentare una stagione a 'Bama è in discussione.

Dopo di loro, però, ecco tre giocatori presi da G League Ignite ed Overtime Elite, ovvero la scelta di non guardare nè da parte dei giocatori nè da quella della Lega alla NCAA. 

Dopo eccoci tornare ad un primo anno con Black di Arkansas e poi un compagno francese di Wenby, Coulibaly.

Sperando che tutti questi ragazzi possano andare bene, queste scelte sembrano proprio un segnale alla NCAA, che vuole dire: "Tenetevi pure i talenti che noi guardiamo altrove".

Un segnale non positivo e vedremo il prossimo anno quando qualcuno dei nomi che sono rimasti al college deciderà di dichiararsi e non tornare indietro.

Per vedere un giocatore dei Campioni in carica di UCONN abbiamo aspettato Hawkins alla #14.

Nomi interessanti anche quelli di Murray alla #23 e Sasser alla #25 giocatori di college che hanno migliorato notevolmente il loro gioco nelle stagioni al college. 

Murray ha visto salire tutte le sue statistiche nei tre anni agli Hawkeyes passando ad esempio da 0,6 a 20.2 punti da 0,6 a 7,9 rimbalzi e da 0,1 a 2 assist.

Sasser, dal canto suo, lo avevamo visto live nel College Basketball Tour di Houston e, pur avendo messo in mostra le sue qualità, non aveva palesato anche la sua vena realizzativa, arrivata poi nel corso della carriera al college.

In arrivo dall'Europa anche il nigeriano Nnaji #31, dal Barcellona, Vukcevic #42, dal Partizan, e Biberovic alla #52, dal Fener, tre giocatori che hanno chiuso sotto i 3 punti a gara in Eurolega.

Come sempre a fondo del secondo giro ecco arrivare alcuni giocatori che si portano dietro le loro storie, alla #49 Bates, che era considerato una probabile top-3 prima di scegliere Memphis e poi a sorpresa Eastern Michigan per il suo anno da Sophomore, senza diventare il giocatore che tutti si aspettavano.

Dietro di lui alla #50 ecco Johnson, ufficialmente in uscita da Kansas State, che ha portato alla corsa dello scorso anno, ma da tutti ricordato per il problema cardiaco che lo ha colpito in un derby tra Florida e Florida State quando era un Gators. Per lui, che già è fortunato a poter essere tornato in campo, è sicuramente una soddisfazione.

Infine, dopo Slawson #54, in arrivo dall'ottima Furman che ha centrato la prima qualificazione alla Madness, ecco le scelte di Wong #55, che formava con Miller una coppia di senior che ha fatto parlare di sè fin dal loro anno da freshmen e Jackson-Davis alla #57 che nel suo anno da senior ha avuto in Hood-Schifino, scelto alla #17, finalmente un compagno per far tornare a sognare i tifosi di Indiana.

Come detto all'inizio, molti giocatori hanno, quest'anno, deciso di tornare al college e vedremo se questo draft, che sapevamo sarebbe stato quello di Wembanyama, è stato solo un evento particolare o se continuerà questa "battaglia" tra NBA e NCAA, tra la scelta di competitività dei college e di puro atletismo tra i professionisti.

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