Intervista a Gabriele Stefanini da San Francisco alla Pallacanestro Reggiana

Credits: Pallacanestro Reggiana

Quest'anno tornerà a giocare in Italia Gabriele Stefanini, dopo una carriera in USA dalla HS fino alla prima parte in NCAA a Columbia e successivamente a San Francisco dove ha avuto il merito di arrivare fino alla Madness.

L'ho raggiunto a Reggio Emilia per chiedere come si sia sviluppata la sua carriera dopo la prima intervista targata Rushandslam del 2018.

Ringrazio prima di tutto l'ufficio stampa della Pallacanestro Reggiana per la gentilezza nel permettere questa intervista.

Ora vediamo cosa ha risposto Gabe alle domande che hanno spaziato tra presente e recente passato.


Ciao Gabriele, ti avevamo lasciato su questo blog alla Columbia, da allora un infortunio e la pandemia ti hanno portato a San Francisco per concludere la carriera collegiale, puoi raccontarci la tua scelta? 

GS: La mia scelta di andare a San Francisco da Columbia è stata abbastanza facile.

Il mio piano da quando sono partito per l'America era ovviamente migliorarmi il più possibile nel campo da basket però sono sempre stato un ragazzo abbastanza diligente ed avendo finito il mio corso di studi alla Columbia, la cosa principale che mi sono portato via dagli USA, sono riuscito a seguire dei corsi anche a San Francisco che mi hanno aiutato molto nel mio corso di formazione. 

Questa è stata una delle ragioni principali ed ovviamente il basket ha seguito. 

E' stata una scelta facile anche perchè conoscevo bene alcuni degli assistenti e sono andato con un mio compagno e grandissimo amico Tapè, con cui abbiamo deciso di fare questa scelta assieme. 

L’ultima stagione ai Dons ti ha anche portato al Torneo, c’è un aneddoto che puoi raccontare sulle tue emozioni alla Selection Sunday?

GS: Le mie emozioni della Selection Sunday me le ricordo come se fosse ieri.

Eravamo tutti in palestra con un sacco di tifosi, genitori e tantissima gente che è venuta a supportarci.

Noi siamo stati letteralmente l'ultima scelta dell'ultimo girone anche se eravamo seed #10, quindi vi era una grande tensione "ma quando tocca a noi?", poi quando abbiamo visto il nostro nome apparire siamo tutti scoppiati dalla felicità... un sacco di emozioni bellissime che non dimenticherò mai.

Come è stata l’avventura alla Madness pur con una sola partita giocata?

GS: L'avventura della March Madness è stata davvero indescrivibile, c'erano tensione ed un po' di nervosismo, ma una volta che la palla si alza sparisce tutto e pensi solo a divertirti e vincere la partita.

Ovviamente non abbiamo raggiunto l'obiettivo che volevamo perchè pensavamo di essere in grado di riuscire ad avanzare qualche turno, però va bene così. E' stata un'esperienza davvero bellissima che ricorderò per sempre.

Finita la tua carriera NCAA, qual è il giocatore affrontato che ti ha maggiormente colpito per il suo talento?

GS: Chet Holmgren sicuramente quest'anno mi ha stupito molto, ci abbiamo giocato contro tre volte perchè Gonzaga era nella nostra Conference. Lui ha davvero quell'altezza e quel talento assurdo. 

Gli auguro il meglio e penso che farà molto bene in NBA una volta che si riprenderà dall'infortunio

Quale tipo di giocatore ha lasciato la NCAA al campionato italiano?

GS: Penso che il Gabriele che ha lasciato l'NCAA e tornerà in Serie A sia una persona molto più matura dentro e fuori dal campo. Fisicamente sono, inoltre, cresciuto molto da sette anni fa quando sono partito per il primo anno alla High School.

Sono super pronto per affrontare questa nuova sfida ed avventura in un campionato molto nuovo per cui avrò bisogno di abituarmi un altro po', ma sono molto fiducioso e contento e non vedo l'ora di iniziare.

New York, San Francisco ed ora il ritorno a Reggio, cosa pensi di portare alla squadra e cosa vorresti ancora migliorare in questa stagione?

GS: A Reggio posso portare freschezza, energia e buon umore nello spogliatoio. 

Parto dal presupposto che si possa sempre migliorare, quindi voglio migliorare ogni aspetto del mio gioco ed essere sempre disponibile a quello che mi diranno e chiederanno Menetti o qualsiasi allenatore... il campo parlerà per sè.

Quale giocatore non vedi l’ora di affrontare in questa stagione?

GS: Sarò sincero, il basket italiano da quando sono partito non sono riuscito a seguirlo molto, quindi non c'è un giocatore in particolare, ma sono pronto ad accettare ogni sfida.

Se uno è più forte di me voglio solo dimostrare di esserlo quanto lui, se non di più.

Concludo con queste due frasi aperte: la tua stagione sarà positiva se… sarà, invece, negativa se…

GS: Credo che la mia stagione possa essere solo che positiva perchè comunque imparerò molto ed ho davanti giocatori con cui posso davvero confidarmi e crescere molto dentro e fuori dal campo come Cinciarini e Vitali.

Non penso, quindi, che ci sarà niente di negativo, ma tutta esperienza che mi aiuterà a crescere e diventare un giocatore ed una persona migliore.

Non posso che concludere ringraziandoti per la disponibilità ed augurandoti di esprimere tutto il tuo talento nella tua carriera professionistica.

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