NBA 2020: un draft giovane, forse troppo

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Diverse volte questo blog si è fortemente schierato contro la moda imperante in NBA di scegliere al draft giocatori che hanno chiuso solamente una stagione nel college basket, spesso non ancora pronti al salto o che, comunque, avrebbero avuto solamente da guadagnare nel rimanere ulteriori stagioni in NCAA.

Quest'anno, il primo e speriamo l'unico draft NBA virtuale (come quello NFL 2020 n.d.r.) ha messo ancora una volta in evidenza come oramai siano quasi più accurate le scelte fatte in una stagione nei più noti videogiochi che quelle reali.

Partiamo con descrivere questo draft a distanza, senza pubblico, che ha creato la prima scelta dei Knicks senza i canonici "Boo", anche se sarebbe stato difficile per i tifosi della Grande Mela lamentarsi della loro scelta. Intanto, a differenza di Goodell, Silver non era in collegamento da casa sua, ma da uno studio con tanto di podio mentre i ragazzi erano tutti a casa loro sul divano e gli allestimenti del kit preparato ad hoc.
Una scatola contenente un pallone recante il proprio nome, cosa che si è notata solo alla quarta scelta dato che Williams è stato uno dei pochi ad aver posizionato tutto come si sarebbe dovuto fare, ed i cappellini, tutti grigi uguali con solo il nome della squadra ad identificarli, delle franchige NBA. Il tutto era completato dal necessario per trasformare i salotti virtuali in uno studio televisivo.
Anche in versione virtuale non sono inoltre mancati i look discutibili dei protagonisti, tipici di ogni draft che si rispetti.

Nonostante, come sempre, gli spoiler hanno impedito una sincera manifestazione di gioia al momento del collegamento, le scelte, anche se lente, sono state piacevoli con il protocollo rispettato in parte ed il parente/amico/mentore designato che ha fatto il suo lavoro porgendo al ragazzo il cappellino giusto. Non penso possa passare inosservato come Wiseman abbia accantonato la box in favore di un comodino con solo i tre cappellini delle prime tre pick.

Passiamo quindi a fare la solita analisi di alcune scelte in un draft con le prime 15 tranquille prima di un vortice di trade.

La prima scelta assoluta era in mano a Minnesota che, dopo aver ceduto Wiggins e preso Russell, e dopo aver visto la Bolla di Orlando dall'esterno non vede nel breve una sua rinascita, ma sperava che da questo draft uscisse un aiuto per questa.

Minnesota si è trovata davanti un board fatto di tanti ragazzi che si sono presentati al draft senza aver dimostrato nulla se non una fragilità mentale che potrebbe anche bloccarli una volta sbarcati in NBA.
I tre papabili per la prima scelta assoluta erano infatti:
- LaMelo Ball: dai Illawarra Hawks (Australia)
LaVar Ball ci ha provato ancora, dopo Lonzo ha fatto salire le quotazioni di suo figlio che, per svernare in attesa del draft e dopo anche la parentesi lituana, ha scelto l'Australia e gli Hawks. La stagione è stata disastrosa per la squadra e LaMelo ha cercato solamente di mettersi in mostra per proprio tornaconto. Come vedremo anche per gli altri due candidati alla pick numero #1, per lui si è trattato di un percorso in discesa, senza le pressioni che ora troverà in NBA.
- Anthony Edwards: dai Georgia Bulldogs. 
Edwards ha scelto Georgia dove ha potuto prendere tutti i tiri che ha voluto senza pensare al record del proprio college, che ha concluso penultimo in SEC (5-13 in Conference e 16-16 totale) ben lontano dal Torneo, per sua fortuna non disputato. Giocatore con indubbie doti cestistiche ha concluso il periodo predraft, molto più lungo del solito, con la sfortunata affermazione in cui ha detto che considera il basket principalmente come lavoro mentre ha mandato segnali d'affetto al football americano.
- James Wiseman: da casa sua.
Wiseman ha giocato alla High School sotto Penny Hardaway e lui lo ha cercato e voluto anche quando è passato ad allenare a Memphis. Il reclutamento di Wiseman da parte dell'ex stella dei Magic non è stato limpidissimo e sono state rilevate irregolarità che hanno portato alla sospensione del giocatore da parte della NCAA. Una volta reintegrato, in un roster che non mancava di talento (Achiuwa è stato scelto alla 20 n.d.r.) , il ragazzo ha pensato bene di ritirarsi per dedicarsi solo alla preparazione al draft. Le incognite sono quindi aumentate dato che stiamo parlando di un giocatore che ha praticamente giocato solo partite contro avversari più deboli al liceo e non si è confrontato con un sistema come quello del college basket che, a prescindere dal livello, allena i ragazzi anche sotto il profilo della gestione della pressione.

Tra questi tre ragazzi la scelta di Minnesota è caduta su Edwards, il giocatore che rappresenta il fit migliore per il quintetto dei TWolves e quello che ha passato la sua stagione giocando ed in un sistema complesso simile a quello che troverà nella sua prossima esperienza.
Wiseman è, quindi, andato alla #2 ai Golden State Warriors, che probabilmente avevano già deciso per il ragazzo, ma nelle ore precedenti al draft hanno visto infortunarsi nuovamente Klay. Penso che, in quella situazione, possa essere passata nella mente dei Warriors la scelta di Ball.
LaMelo che si accasa a Charlotte alla #3 dove dovrà dimostrare di non essere una marionetta di LaVar, cosa che ha già provato a mettere in chiaro con la firma per la Puma allontanandosi dal brand del padre.

Alla #4 uno dei due ragazzi di Florida State nelle prime undici scelte: Patrick Williams. I Semioles sono stata la squadra rivelazione della scorsa ACC e si sono portati a casa la scelta sia di Williams che di Vessell.

Primo international è stato il francese Hayes alla #7 mentre per vedere un giocatore con più di un anno di college basket si è dovuti arrivare alla scelta successiva, Obi Toppin, giocatore dell'anno nella scorsa stagione, che è passato da Dayton ai Knicks alla #8. Toppin ricordiamo che ricevette 0 borse di studio per il college e, dopo due stagioni, lo ritroviamo come ottava scelta assoluta ed il titolo di miglior giocatore della stagione precedente.

Scorrendo il board possiamo poi vedere Cole Anthony, reduce dalla terribile annata di North Carolina, passata buona parte da infortunato, che è stato scelto alla #15 dai Magic. Se nella parte centrale del primo round si sono visti tanti sophomore, per arrivare a vedere alcuni "anziani" senior si deve scendere alla #26 dove i Celtics hanno selezionato Pritchard da Oregon, seguiti dai Jazz con Azubuike, presente nella Kansas venuta in Italia nell'estate del 2017, ma infortunato in occasione della gara vista Live da Rushandslam. Indubbiamente due giocatori più pronti per giocare al piano di sopra, ma che dovranno farsi strada tra i tanti giovanissimi scelti negli ultimi draft. 

Selezione a cui mi sento legato è quella alla #29 dove i Raptors hanno preso Flynn, ragazzo che ricordo nella gara del College Basketball Tour con la maglia Washington State, ma che è esploso nelle fila di San Diego State fino al una sontuosa stagione ammezzata 2019-20.

Il secondo round, quello dei contratti non garantiti ha visto alcune scelte comunque importanti con Tre Jones, alla #41 degli Spurs, Nwora, alla #45 dei Bucks, e Winston, alla #53 dei Thunder poi spedito ai Wizards, tutti giocatori che sono stati importanti nei loro college e potrebbero ritagliarsi spazio al piano di sopra.

Ho scritto di Flynn e non posso passare oltre le scelte di Oturu e Hughes, due ragazzi che nell'estate 2019 ho visto nei loro Tour italiani per il College Basketball Tour e per l'Italy Basketball Summer Festival. Il primo non mi aveva impressionato, ma la gara di Minnesota era apparsa molto più facile del previsto mentre Hughes aveva messo in mostra buone mani nella partita di Siena di Syracuse.
Anche altri ragazzi di questo draft sono passati dall'Italia (ad esempio la coppia di Washington n.d.r.), ma non ho avuto la fortuna di vederli dal vivo. Il prossimo anno dovrebbe essere ancora più fortunato con Garza e Dosunmu in prima fila.

Concludo con quella che molti appassionati italiani vedono come una delusione: la scelta di Mannion alla #48 da parte dei Warriors. Indubbiamente si era pensata una scelta migliore per Nico, ma ricordiamoci che, in un mondo di atleti, la fisicità del ragazzo appare ancora un po' scarsa. Sperando che l'infortunio di Thompson non gli pregiudichi un'altra sua stagione, si può, però, pensare che si sia liberato un po' di spazio per far testare le qualità di Mannion al piano di sopra, in vista di una maturazione completa che aiuterebbe anche la Nazionale.

Il Draft NBA virtuale è comunque filato bene, ma è bene fare una piccola sottolineatura per la quale, con una stagione NCAA ammezzata dalla Pandemia, sarebbe stata una buona cosa trovare una formula che tutelasse maggiormente i senior che hanno perso la loro ultima grande occasione di partecipare ad una Madness. I primi tre scelti hanno dimostrato tanta immaturità e le scelte seguenti, a parte forse Toppin, avrebbero potuto dimostrare ancora qualcosa nella nuova stagione e vedere nomi come: Powell di Seton Hall, Howard di Marquette, Tillie di Gonzaga, ma anche Baldwin di Butler o Diakite di Virginia rimanere sul board sembra una doppia beffa. Non so se una porta privilegiata, tipo un terzo round per i senior, avrebbe aiutato, ma avrebbe salutato in maniera migliore alcuni dei protagonisti dell'ultimo quadriennio.
Da notare come siano tanti i senior mentre vi sia un unico freshman rimasto appiedato: Whitney in uscita da Kentucky di Coach Cal.

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