Ha vinto Eurobasket - Un commento alla rassegna 2022

 


Domenica si è concluso Eurobasket 2022, un'edizione caratterizzata dalla presenza di molti giocatore NBA e stelle di Eurolega. Già queste informazioni dimostrano la vittoria di questo Torneo date le tante difficoltà per i commissari tecnici nel fare le formazioni nelle finestre mondiali a causa delle sovrapposizioni delle due competizioni.

Il trionfo non è stato come si potrebbe pensare della Spagna, ma della filosofia che ha portato alla vittoria le Furie Rosse. 

Le stelle annunciate, i vari Giannis, Doncic o Jokic hanno dato un apporto importante alle loro nazionali, ma non hanno portato il Titolo. Proprio lo stesso Doncic che era riuscito a portare sul tetto europeo la Slovenia è sembrato molto "NBAzzato" ed è stato travolto dalla vena, in una serata da dentro fuori, del ben più sconosciuto Ponitka, che vedremo nel nostro campionato a Reggio Emilia.

Le tante stelle NBA, ma soprattutto la mentalità che sta arrivando in Europa dagli Stati Uniti è quella di un gioco sempre più perimetrale, basato sulle percentuali al tiro da fuori soprattutto da 3. Questo ha portato all'eliminazione nel bene e nel male di diverse squadre che potevano fare di più.

Dalla Georgia, arrivata ultima nel suo girone casalingo per l'assenza del suo giocatore simbolo Shengelia,  ma soprattutto per le basse percentuali da 3 nei momenti decisivi dove ha scelta sempre di sparare dall'arco prima di puntare al canestro, alla Serbia, uscita contro l'Italia che ha trovato il proprio tiro da 3 nel momento decisivo, dalla Slovenia, che come detto si è scontrata contro la tripla doppia del leader della Polonia, a proprio l'Italia che contro la Francia ha mancato i tiri che erano entrati contro gli slavi al turno precedente.

La mentalità che si è potuta vedere in quasi tutto il Torneo è stata quella che ad una penetrazione si è sempre preferito un tiro da 3 contrastato, ma non a caso le prime tre squadre, Spagna, Francia e Germania sono quelle, che, un po' per i centimetri, un po' per le caratteristiche dei giocatori hanno attaccato maggiormente il ferro, anche quando si sono trovate sotto nel punteggio.

Con questo discorso non voglio dire che il 7/9 di Hernangomez in finale non sia stato importante, ma la Spagna ha vinto la gara decisiva con una forte difesa sulla palla, in particolare da parte di Alberto Diaz, giocatore che penso che poche altre nazionali, tra quelle di vertice, avrebbero avuto il coraggio di convocare.

Ha vinto quindi la mentalità europea ed una Spagna che torna sul tetto continentale dove ormai si trova pienamente a proprio agio e dove è stata trascinata da una nuova generazione di giocatori, Rudy permettendo, che dimostrano l'ottimo lavoro fatto dalle società.


CAPITOLO ITALIA

L'Italia come è andata? Beh è arrivata all'obbiettivo minimo, ma lo ha fatto con tanta fatica e con qualche scelta che non ritengo completamente condivisibile.

Il nuovo corso targato Pozzecco ha il duro lavoro di scrollarsi di dosso la "generazione dorata" che, al contrario della Spagna, non ha mai fatto bene e si è recata al Milano e poi a Berlino sulle ali della qualificazione olimpica e delle vittorie nelle finestra mondiale.

Non ritengo, però, che Pozzecco sia stato capace di allestire la miglior squadra possibile e, se Biligha ha poi legittimato la proprio presenza con un buon lavoro difensivo nelle gare contro giocatori dai molti centimetri superiori a lui, proprio non ho capito tre tipologie di scelte.

1) La convocazione di giocatori che non hanno minuti nella loro squadra. 

Baldasso ha perso tanto, troppo minutaggio nel passaggio a Milano, e portarlo per poi lasciarlo ad agitare asciugamani mi porta al punto 2.

2) Il futuro è di Procida e Spagnolo.

Si può essere estimatori o meno dei due ragazzi, ma se abbiamo dato per anni credito ad una Nazionale che non ha vinto nulla, ora si deve moralmente dare fiducia a due dei migliori talenti giovani italiani. 

Spagnolo purtroppo si trova in una situazione difficile dato che il reparto di play-guardia in nazionale vede diversi giocatori giovani come lui, ma con più esperienza, ma dopo i problemi fisici e la stagione a Bologna di Mannion non sarebbe stata una cosa assurda portare Matteo al posto di Nico.

Procida, invece, era obbligatorio portarlo per uno tra Baldasso e Tessitori, anche solo per il fattore anagrafico e ritengo la mancanza maggiore nel roster anche a fronte di una rotazione che ha comunque escluso i due nella maggior parte delle gare.

3) Avere il coraggio di non portare Datome

Gigi è un'icona, ma se si vuole rinnovare il gruppo si devono prendere decisioni drastiche e la freschezza di altri giocatori, torno su Procida, anche se lui avrebbe solo beneficiato lateralmente dei minuti lasciati dal Datome, sarebbe stata importante ed avrebbe fornito agli altri l'esperienza necessaria per affrontare, si spera, i futuri mondiali.

Detto questo sulle scelte andiamo a vedere la corsa azzurra con un girone che ci ha visti chiudere 3-2, esattamente come previsto con la sola differenza che la terza vittoria, oltre ad Estonia e Gran Bretagna, non è arrivata contro l'Ucraina, ma contro la Croazia. Questo ci ha portato agli ottavi contro la temibile Serbia, partita che ormai descritta con toni leggendari.

La sconfitta contro l'Ucraina è lo specchio di quanto detto ad inizio articolo con una squadra che ha avuto in Mykhailiuk in faro, 25 punti per lui, e l'altra che, pur chiudendo con il 32% da 3 ha cercato di ricucire lo strappo sempre e solo con il tiro da fuori spesso a bassa percentuale e mai attaccando il ferro.

Agli ottavi ecco la Serbia e la vittoria che non ti aspetti. La Fiba ha pubblicato un video che si intitola: How Pozzecco's Italy exposed Jokic & Serbia in the biggest upset of Eurobasket, un'ottima analisi di quali siano stati i fattori che hanno portato alla vittoria l'Italia, ma che forse sopravvalutano la gara e la preparazione della nazionale di Pozzecco.

Uno dei punti cardine per la vittoria è stata la soluzione di giocare molti pick & pop per portare Jokic lontano dal ferro, giusto, ma è quello che l'Italia fa sempre per portare ai molti tiri da fuori i vari Melli e Polonara, in una gara con un centro così dominante la scelta è stata ancora maggiore, ma solo perchè l'area era intasata da corpi notevolmente più grossi degli italiani.

Indubbiamente il carattere dell'Italia si è fatto vedere, ma senza le fiammate di Spissu da 3 saremmo a parlare dell'uscita agli ottavi.

Contro la Francia si è cercato di fare lo stesso, ma quegli stessi tiri sono entrati meno e non si è riusciti a dare lo strappo decisivo. Seconda causa ancora una volta la rotazione di Pozzecco che ha portato Melli a tirare i tiri liberi nel finale visibilmente con la spia della riserva accesa.

La cronica mancanza di lunghi in Italia inizia a pesare, ma il gameplan fatto vedere va bene se sei i Golden State Warriors.

In conclusione la rassegna continentale ha riappacificato i fan con il basket dato che ci sono state proprio poche sfide chiude precocemente, dispiace che una sia stata la semifinale tra Francia e Polonia. Ha inoltre dimostrato come, almeno in Europa, si vinca ancora con una buona difesa e mescolando la scelta di tiri dall'arco preparati da schemi e penetrazioni al ferro. Emblematico Yabusele che in finale ha continuato a cercare il ferro anche quando i buoi stavano già scappando, senza sparare tiri da 9 metri come successo per altre squadre.

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