Siamo questi - Olimpiadi Tokio 2020

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Dopo l'impresa in Serbia che aveva promosso la Nazionale italiana alle Olimpiadi i sogni dei tifosi italiani di basket erano tornati ad essere quelli per le grandi imprese.

Si è tornati a pensare ad Atene 2004, ma alla fine ci siamo dovuti scontrare con la dura realtà.

La Nazionale ha superato la fase a girone, nonostante la paura che le vittorie su Team USA di Nigeria ed Australia poco prima dell'accensione della Torcia ci avevano fatto avere, e poi ai quarti ha lottato, ma perso contro una Francia in piena corsa verso le medaglie.

Ora si potrebbe recriminare che forse perdendo la prima gara e capitando contro la Slovenia saremmo potuti arrivare ai piedi del podio, ma forse è anche giusto come è andata, con un arrivederci che speriamo non sia per le olimpiadi del 2036, ma per Parigi 2024.

Questo perchè la squadra che abbiamo portato è una squadra che ha le potenzialità per durare un altro quadriennio, ma in questo periodo si dovrà raggiungere un importante obbiettivo, quello di trovare e sviluppare un settore lunghi che possa renderci credibili anche quando il tiro non entra e non farci chiudere contro nessuno con un differenziale di rimbalzi di -16, come successo nella partita decisiva.

Il gioco moderno non vede più il lungo classico che gioca in isolamento in attacco, ma l'importanza di un lungo intimidatore in difesa è ancora molto grande.

Lo ammetto, i dubbi iniziali erano anche sull'attacco perchè pensavo che potessero mancare punti nelle mani, ma il Fontecchio del Preolimpico si è confermato a Tokio ed ha tolto questa possibile problematica, ma in difesa si sono visti alcuni dei difetti storici della nostra Nazionale: la difesa sui creatori di gioco e nel pitturato.

Per il primo aspetto abbiamo vissuto sulla coppia Pajola-Mannion col primo che ha giocato gare dalla grande intensità difensiva, ma con un bottino in punti di 1.5 a gara mentre il secondo ha segnato 12.5 punti a gara, con il minimo di 5 nella gara contro la Francia ai quarti, ma in difesa spesso non è stato impeccabile.

Questi due ragazzi possono essere il futuro della Nazionale, ma devono entrambi raggiungere un equilibrio per evitare che l'allenatore debba fare cambi stile hockey.

Nel pitturato, invece, l'unico vero giocatore d'area a roster era Tessitori, che nella gara decisiva non è entrato, proprio quando un lungo come Gobert ha avuto una gara di alto valore. Contro i transalpini si è giocato con Melli, che è un giocatore diverso, sicuramente cresciuto di livello nelle ultime stagione, così da trovare un contratto importante che lo ha riportato all'Olimpia, ma non è certamente un intimidatore.

Dire, quindi, "siamo questi" credo descriva bene l'esperienza olimpica, con gare dal grande cuore, forse con anche qualche prestazione al di sopra delle aspettative come le due sconfitte, che paradossalmente sono state le gare in cui si è giocato meglio ed alla pari con due semifinaliste, ma anche con alcuni spot importanti che le giovanili italiane non sembrano creare e che risulta scoperto da anni.

So che sono stati fatti concentramenti importanti per "creare" lunghi di livello con la supervisione  di Fucka, con la presenza ad esempio di Tessitori, DNP nella gara decisiva, ma poi sono pochi i ragazzi, anche quando presenti a roster in LBA, che sono riusciti ad avere spazio.

Mezzanotte ormai è diventato molto perimetrale, ma Caruso, che è tornato ora in Italia e che potrebbe essere quel giocatore su cui puntare nei prossimi anni, così come Totè, Cattapan o qualcuno dei ragazzi che ancora sono stati firmati in A2 per trovare i minuti che li possano far crescere, potrebbero e devono trovare la continuità per diventare quello che ci serve per non aver paura di un roster come quello francese.

Siamo questi e ci siamo goduti l'avventura olimpica con qualche gioia e qualche rimpianto, ma alla pari contro Australia e Francia, il futuro ora ha le basi, ma queste non devono crollare, prima che a Parigi, negli Europei da giocare anche in casa ed nei mondiali 2023, anche per evitare, magari, la lotteria di un nuovo preolimpico.

Siamo questi, che da un preolimpico che ci doveva vedere uscire, come quello di Torino, siamo arrivati  al sogno olimpico dopo 17 anni e siamo anche approdati ai quarti con pieno merito, col il secondo posto nel girone chiuso con una sola sconfitta di 3 punti, ma dobbiamo ancora crescere per non rimanere solo questi, ma una squadra da medaglia.

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