La Nazionale alle Olimpiadi di Tokio: inizio e fine

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Credits: Pagina FB BasketItaly.it


5 anni dopo la delusione del Preolimpico di Torino, la Nazionale Italiana ritrova l'Olimpiade, l'ultima 17 anni fa e ci arriva in maniera quasi eroica andando a vincere sul campo della Serbia.

Partiamo da alcune considerazioni, che sono state spazzate via dalla prestazione in finale degli Azzurri.

I quattro tornei del Preolimpico si sono giocati vicino alla fine di una stagione decisamente lunga sia in Europa che in USA e con ancora il campionato NBA da concludersi. Questo ha portato molte squadre ad avere delle defezioni.

In questo contesto le mancanze di Belinelli, Datome, Hackett e Gallinari per l'Italia sembrano non essere così importanti dato che Sacchetti ha saputo creare un bacino di giovani che ha spesso contato su ragazzi sempre disponibili alla causa azzurra. Questo anche considerando che le gare di qualificazione agli Europei in casa sono potute essere banco di prova per alcune selezioni "sperimentali" visto che non valevano ai fini della qualificazione.

Le defezioni della Serbia indubbiamente sono state di maggior impatto perchè lo Jokic attuale difficilmente lo puoi sostituire, anche considerando il bacino che ha la squadra balcanica.

Infine una nota statistica incredibile quella che ha visto le quattro squadre ospitanti tutte uscite senza il biglietto per Tokio.

Prima di parlare nello specifico della prestazione di questa Nazionale è giusto parlare dell'importanza della qualificazione per il futuro del basket italiano.

Questo biglietto vale decisamente molto perchè è un nuovo inizio, una ripartenza per un movimento che è stato bloccato per tanti anni dietro un gruppo storico di giocatori, sempre considerati come traino, ma che in realtà hanno rallentato la crescita dei giovani. Il successo di Belgrado arriva, inoltre, in un momento importante per il basket italiano perchè in questi anni sono molti i giovani che sono saliti agli onori della cronaca e, pur rimanendo il problema nel trovare giocatori capaci di fare la differenza nel pitturato (per quello che conta nel basket moderno n.d.r.), lo sviluppo di un gruppo per i prossimi 5 anni sembra essere promettente basti pensare ai vari Stefanini, Procida, Caruso e Banchero solo per citare qualcuno che ha avuto già gli onori della cronaca o di altri che si sono messi in mostra in A2, come ad esempio Mascolo. Senza dimenticare Spagnolo, già membro di questo gruppo.

Il biglietto per le Olimpiadi non è, però, solo un inizio, ma sembra essere anche una fine, una chiusura verso, come detto in precedenza, quella "generazione dorata" che non è riuscita a portare nessun successo alla causa. I vari Bargnani, Gentile, Belinelli, Datome e Gallinari, ai quali possiamo anche aggiungere Hackett, che hanno saputo trovare i successi personali, ma che in Nazionale non sono riusciti ad avere la stessa fortuna. A Tokio probabilmente potrebbe esserci Gallinari, assente perchè impegnato con la Finale di Conference in NBA, ma siamo sicuri di inserire un giocatore come lui in questo gruppo?

Arriviamo quindi alle gare giocate, partite che hanno consacrato Simone Fontecchio come leader di questa squadra assieme a Polonara, eletto MVP del Torneo. 

La squadra ha saltato la prima gara dato che il Senegal ha dovuto affrontare la Pandemia.

La seconda gara, contro Porto Rico, è partita al rallentatore visto che i primi due tempi hanno visto una squadra alla ricerca di un suo assetto e che ha dovuto anche affrontare un Melli che ha litigato col canestro. In questa gara abbiamo però scoperto lo stato di forma di Fontecchio e Mannion, col primo che ha chiuso il Torneo ad oltre 19 punti di media mentre il secondo ha presto sostituito Spissu nelle rotazioni fino alla partenza in quintetto nella Finale.

La paura della prima gara è stata sostituita dalla sicurezza della semifinale contro la Repubblica Dominicana e si è quindi arrivati alla Finale, come 5 anni fa e sempre contro una delle potenze del basket mondiale.

La finale ha visto una rotazione ridotta, con sei uomini oltre i 20 minuti di utilizzo. Una rotazione che ha visto giocare maggiormente gli uomini di "esperienza internazionale", quei ragazzi che durante l'anno hanno visto molto il campo, dimostrando di poter giocare ad alti livelli.

Una rotazione con Mannion e Melli in arrivo dalla NBA, Polonara ormai salito nella considerazione ad un alto livello europeo grazie alle sue prestazioni al Baskonia in Spagna ed Eurolega, Fontecchio, autore di oltre 10 punti sia nel campionato tedesco, vinto con l'Alba Berlino, che in Eurolega, e la coppia d'oro del nostro campionato: Tonut, MVP della LBA, e Pajola, che è stato protagonista delle Finali scudetto.

Gli altri giocatori, più o meno importanti per le loro squadre di club hanno comunque dimostrato di poter entrare e tenere il campo quando i "titolari" hanno accusato un po' di fatica.

Il cambio tra Mannion, migliore in attacco, e Pajola, migliore in difesa, è sembrato un punto di forza della squadra, così come la gestione dei falli dei lunghi che, ad esempio, non ha patito in finale la mancanza di cambi dopo il terzo fallo di Tessitori o il quarto di Polonara nel momento della rimonta serba.

La Nazionale italiana tornerà alle Olimpiadi dove spera di non essere solo una comparsa e lo fa con una squadra che apre le porte al futuro, quello che è mancato negli ultimi anni. 

Serve, però, che le squadre di club puntino su questi ragazzi per fagli fare esperienze internazionali senza che per crescere debbano andare all'estero.

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