Una stagione senza Madness, chi ci ha perso?


La notizia della sospensione dello sport è stata ormai metabolizzata da tutti, ma nel campionato di Division I del college basket USA c'è chi ha appreso la notizia non senza rammarico.
Indubbiamente i principali giocatori penalizzati dalla situazione mondiale sono stati tutti i senior, che hanno visto chiudere la loro stagione senza la Madness, ma anche senza tutti i tornei di fine stagione.
All'inizio si era vista la proposta di far fare ai giocatori in questa situazione un anno aggiuntivo, ma questa è naufragata in poco tempo.

Oltre ai senior ci sono anche giocatori più giovani che si sono trovati con una stagione tronca, ma che proveranno a massimizzare la loro buona annata per proporsi per il draft NBA. Questi giocatori hanno guidato i loro compagni ad una serie di risultati ben oltre le aspettative ed avrebbero voluto giocare le proprie carte al Torneo.
Queste squadre hanno trovato nella stagione 2019-20 un equilibrio che, anche se si fosse data una seconda possibilità a tutti, difficilmente si sarebbero potute ripetere.

Prima tra tutti è Dayton, che si era candidata ad un seed #1, grazie alle 18 vittorie senza sconfitte in Atlantic 10 ed un record di 29-2. Il giocatore simbolo di questo gruppo è sicuramente Toppin, trascinatore della squadra e giocatore dell'anno.

Una squadra che ha avuto un percorso simile è stata San Diego State, 17-1 in Mountain West per un totale di 30-2, ma la macchia di non aver vinto il proprio torneo ed aver perso uno dei pochi automatic bid che erano stati dati prima della sospensione. 
Anche nel caso degli Aztecs c'è un giocatore che si è messo in evidenza: Malachi Flynn. 
Flynn ha chiuso la sua prima stagione dopo le due a Washington State con 17.6 punti, 5.1 assist e 4.5 rimbalzi condite da 1.8 palle recuperate, numeri che si sono confermati, anzi leggermente saliti, rispetto alla sua stagione da sophomore.

Per lui, come per Toppin, difficilmente si potrebbe sperare in una stagione migliore anche nel caso che tutta la squadra si ripresenti ai blocchi di partenza.

Una squadra decisamente più abituata a vincere che ha fatto appena in tempo per non buttare un'ottimo roster ed una buona stagione è Kansas, che non ha visto il suo torneo di conference, ma si è ripresa la Big XII dopo che lo scorso anno Texas Tech e Kansas State avevano interrotto la serie di 13 regular season consecutive.
Kansas aveva buone possibilità per arrivare fino in fondo alla Madness e forse avrebbe potuto incrociare la sua grande rivale nella conference nella stagione 2019-20: Baylor.

I Bears sono stati un'altra delle sorprese della stagione riuscendo a stabilizzare per settimane la prima posizione del ranking, che prima aveva visto materializzare l'equilibrio della stagione con diversi cambi. La fine della regular season, dopo la sconfitta dello scontro diretto, di Baylor aveva palesato una leggera flessione, ma il torneo della Big XII e quello NCAA avrebbero ricaricato le pile della squadra, anch'essa costruita su equilibri che non si sa se si potranno ripetere.

L'equilibrio della stagione non è stata solo per quanto riguarda la prima posizione del ranking, ma anche per le tante conference che hanno dovuto dividere il titolo della stagione regolare tra più di un ateneo.

AAC: Houtson, Cincinnati e Tulsa;
Atlantic Sun: Liberty, che ha iniziato al stagione con un record di 14-0, e North Florida;
Big East: Creighton, Seton Hall e Villanova;
Big 10: Maryland, Michigan State e Wisconsin;
Big South: Winthrop e Radford;
Ohio Valley: Murray State e Belmont, che ha vinto l'automatic bid della conference;
Summit: North e South Dakota State;

La vittoria in ACC è andata, a sorpresa ad un'altra squadra che era in rampa di lancio prima dello stop: Florida State. I Seminoles hanno avuto la meglio rispetto al trio Duke-Louisville-Virginia nel finale. I campioni in carica dei Cavaliers hanno avuto un sprint che avrebbe potuto anche portarli molto avanti nel Torneo.
In ACC, però, c'è anche chi sorride per lo stop: North Carolina.
La terribile stagione dei Tar Heels li ha portati in fondo alla conference con un record di 6-14 in ACC e 14-19 totale, ma non si è intaccata la serie di 9 presenze al Torneo consecutive che sembrava destinata a chiudersi.

Se la ACC ha avuto equilibrio nelle parti alte, c'è una conference che sperava di battere ogni record per numero di squadre al Torneo proprio per le tante squadre che hanno dimostrato il loro valore: la BIG 0.
11 squadre con un record complessivo positivo, che hanno anche fatto una capatina nel ranking, ed una serie di gare che ne hanno evidenziato l'equilibrio con l'asticella verso l'alto avrebbero messo in crisi la commissione al momento della selezione, portando almeno 10 squadre sul tabellone.

Ci sono, infine, i giocatori che già sapevano che sarebbe stata la loro unica stagione e che conoscevano anche il probabile esito negativo, ma che si sono risparmiati ulteriori partite per loro inutili. Il primo sicuramente è Edwards, che punta alla vetta del draft e lo ha fatto chiudendo la stagione con Georgia con un 5-13 in SEC e 16-16 totale. 19 punti a gara e le chiavi della squadra per il suo tour collegiale con vista sul professionismo.
Ultimo posto in PAC12 con solo 5 vittorie e 15 totali per Washington, dove Stewart e McDaniels sono già ai saluti.

La stagione corta ha, come è logico, scontentato parecchi, ma qualcuno ha visto la sua grande occasione sgretolarsi mano a mano che la Pandemia prendeva corpo, vedremo se, quando si tornerà alla normalità, l'equilibrio di questa stagione potrà portare subito ad un campionato entusiasmante come quello appena concluso prematuramente, in modo da appagare la nostra fame di sport e della Madness che non c'è stata.

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