Il Draft 2019, Zion e...


Sono passati due anni da quando il nome di Zion Williamson era oramai sulla bocca di tutti dopo che alcuni suoi video erano stati pubblicati sui social. Da quel momento si pensava che il Draft 2019 sarebbe stato il momento in cui questo giocatore "troppo grosso per poter schiacciare in quel modo" avrebbe fatto il suo ingresso in NBA, ma...

Ma poi ci sono stati i mondiali giovanili e si è visto come il Canada, segnatevi questa Nazione, abbia vinto trascinato da RJ Barrett. I mock sono iniziati a cambiare e RJ ha superato Zion nel ranking del recruit con alcuni dubbi sul ragazzo da Spartanburg Day School.

Il destino in forma di Coach K ha voluto che i due ragazzi giocassero assieme, con anche il terzo Top recruit Reddish, a Duke. La stagione dei Blue Devils non è andata fino in fondo, ma ha creato una nuova rivoluzione nei grade in vista del draft NBA.

Ecco, infine, come è andata dopo che New Orleans ha vinto la Lottery, ceduto Davis e preso scelte, oltre che giocatori e poi ceduto la 4 appena presa dai Lakers per avere altre scelte.

Zion è tornato alla #1, cosa ormai certa da diverse settimane, e RJ è sceso alla #3 per firmare coi Knicks. In mezzo ai due contendenti ecco Morant direttamente da Murray State a Memphis, che proprio il giorno prima ha ceduto Conley ai Jazz.

Dopo questi tre, che erano abbastanza delle automatic pick, ecco i protagonisti della scorsa stagione schierarsi lungo il primo giro: Hunter #4 e Jerome #24, Campioni con Virginia, Culver #6, artefice della grande stagione di Texas Tech conclusasi al Championship, Hachimura #9, giapponese anima di Gonzaga, il socio di RJ e Zion, Reddish, #10 ed Okeke #16, trascinatore di Auburn alle Final Four fino al suo infortunio.

Al primo giro anche alcuni giocatori di due degli atenei usciti delusi dalla scorsa stagione: North Carolina e Kentucky. I Tar Heels hanno portato White #7, Johnson alla #11 e Little #25 mentre per i Wildcats è comunque stato un draft importante con Washington #12, Herro #13 e Johnson #29.
Grande assente Kansas, che paga una stagione negativa in cui hanno interrotto la striscia di vittorie in regular season in BigXII per poi fermarsi alla prima settimana di Torneo.

Sono tre anche i giocatori della bella Tennessee di questa stagione: Williams #22, Schofield #42 e Bone #57. Tutti hanno sfruttato l'occasione giusta dato che, se Schofield era obbligato a lasciare l'ateneo dopo i quattro anni, gli altri due avrebbero avuto solo un'altra occasione per mettersi in mostra e non so se i Volunteers 2019-20 sarebbero stati al livello di quelli della scorsa stagione.

Come ogni anno possiamo vedere come le prime scelte siano monopolizzate da one and done, ma fa piacere vedere come un sophomore come Morant si sia introdotto tra i due contendenti, l'ascesa di Hunter e Culver, grazie alla loro cavalcata al Torneo, o come Gonzaga abbia valorizzato Hachimura, entrato in top ten pur essendo uscito da Junior. Primo senior è stato Cameron Johnson di North Carolina, scelto in lotteria.

Tanti freshman, ma anche molti Canadesi, che oltre al futuro allenatore della Nazionale Nurse che ha vinto il Titolo NBA, portano 5 giocatori al primo round e 6 totali. Già detto di RJ alla terza, ecco anche Nickeil Alexander-Walker #17 da Virginia Tech, Brandon Clarke #21 compagno di Hachimura agli Zags, Mfiondu Kabengele #27 da Florida State, Ignas Brazdeikis da Michigan alla #47 e Marial Shayok #54 in uscita da Iowa State.
Interessante come ad una flessione degli europei siano approdati al draft diversi canadesi, un giapponese e due africani.

Come ogni anno ora andiamo, in conclusione, a scorrere il board in cerca delle sorprese e non possiamo che notare come Bol Bol, che prima dell'infortunio aveva impressionato ad Oregon e lo si pensava in lotteria, sia sceso al secondo giro alla #44, come settimo centro.

Scelta #33 per Carsen Edwards, che alcuni addirittura avevano dato come secondo play del board dopo la sua grande stagione a Purdue.

Kyle Guy, MOP delle Final Four, entra nel draft alla #55, si sapeva che non sarebbe stato un prospetto di richiamo, ma vedremo se si saprà imporre almeno come specialista, pur aspettandolo in Europa.

Golden State ha perso due suoi perni per la prossima stagione, ma ha scelto Poole #28 da Michigan, eroe al suo primo anno, quando la squadra è arrivata alle Final Four, che si è saputo confermare raddoppiando le sue statistiche, pur vedendo la sua squadra fermarsi alle Sweet16 nella sua seconda stagione.

Scorrendo gli atenei delle scelte troviamo molte sorprese come Yale con Oni alla #58 e Nevada, che ha fatto molto bene in stagione, che saluta il suo senior Martin #36, ma è una scelta importante è stata quella di Windler alla #26 in arrivo da Belmont, un giocatore completo che ha fatto molto bene nei suoi quattro anni al college.
Da sottolienare come per arrivare alle scelte partendo da questi college meno presenti nella storia del draft i giocatori sono tutti usciti almeno da junior.

Ultimi nomi sono quelli di Tacko Fall, il centro di UCF, uscito sconfitto dalla sfida con Zion al Torneo, che non ha trovato spazio tra i 60, ma si parla già di un contatto con Boston per approdare nella Lega, ma anche di Dort, ennesimo canadese, in uscita da freshman da Arizona State, forse per lui una scelta non ottimale quella di dichiararsi, e Ponds Junior da St John's, che ha lasciato il college anche perchè è finita l'Era Mullin, che erano accreditati per essere presenti tra le scelte.

Le scelte sono fatte, ora toccherà ai giocatori dimostrare il loro valore.

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