NextGen Cup, uno sguardo al futuro


Durante il weekend di Supercoppa, Rushandslam era stato tra i primi a dare la notizia della nascita della NextGen Cup di LBA, ora, dopo le due finestre ad essa dedicata si è giunti alla conclusione del torneo e si può quindi dare uno squadra a cosa sia accaduto e cosa potrebbe porta la nascita di questa competizione, più di quanto si potesse ipotizzare a settembre.

Indubbiamente vedere, anche se solo sulla pagina della LBA, partite U18 è stata una cosa positiva e la copertura ha dato ampio spazio a molte gare coprendo bene la fame di chi ha voluto seguire questo torneo.
Purtroppo nei palazzetti non si è avuto la stessa voglia di basket che ci si era aspettata e, se le location per i gironi di qualificazione e per le gare dei gironi di questa ultima settimana erano adeguate al non grande pubblico, le semifinali e la finale, giocate in un Mandela Forum vuoto non hanno dato la degna conclusione all'evento.

Se dal punto di vista della comunicazione questa prima edizione ha qualche faccenda da risolvere, passiamo ai risultati sul campo.
Essendo una competizione U18, dovremmo paragonare il livello con quello di una High School/freshman year al college USA e sotto il profilo atletico decisamente pensare che Zion e RJ Barrett avrebbero potuto prendere parte alla contesa, sembra decisamente fuori luogo. Bisogna però anche dire che la scelta di far partecipare esclusivamente le squadre legate alle società di LBA ha leggermente abbassato il livello.

Appurato che le partite si sono giocate più sulla tecnica e l'organizzazione che sull'atletismo ed il talento puro, parliamo del primo turno. Le squadre giovanili delle società di LBA non sempre sono ai vertici del loro girone di U18 Eccellenza e nella prima settimana, a dicembre, questo gap si è visto. Ai gironi finali sono, quindi arrivati i progetti più interessanti tra quelli iscritti: squadre dal collettivo di alto livello e formazioni con una forte individualità che è stata capace di trascinare la squadra oltre il primo turno.

Arrivati a Firenze, le gare si sono rivelate più equilibrate ed alle semifinali sono approdate con merito Trento, Reggio Emilia, Pesaro e Trieste, vediamo quanto queste quattro squadre rappresentino il panorama delle U18.

Trento: Seconda nel suo girone
Trieste: Terza nel suo girone 
Pesaro: Prima nel suo girone
Reggio Emilia: seconda nel suo girone

Indubbiamente si parla di programmi di livello alto, ma ancora una volta si evidenzia come almeno qualche squadra, che non ha la prima squadra in LBA, avrebbe potuto ottenere una wild card per creare un reale torneo d'elite che potesse portare lo spettacolo delle finali scudetto della categoria in un torneo con una visibilità maggiore. 
Mi riferisco alla società che ha aleggiato sulla competizione, la campionessa in carica dell'under18: la Stella Azzurra. Inutile sarebbe sottolineare l'apporto che i due giocatori della squadra romana in prestito a Trento, hanno dato e che Panopio e NZosa sono stato più che importanti in Finale contro la Grissin Bon.

Visto che stiamo parlando del futuro vediamo cosa si è visto in campo. 
I problemi del basket italiano nel trovare lunghi di qualità si è palesata durante questo torneo dove il lungo che si è messo maggiormente in evidenza tra gli italiani è stato Dellosto della Grissin Bon mentre la presenza di NZosa ha forse oscurato Ladurner di Trento.
Senza lunghi dominanti ecco che sono state le guardie e le ali piccole a fare la voce grossa con Conti, ex di Trento, e De Angelis tra gli sconfitti delle semifinali e Kitsing per Trento, nelle fila di Reggio Emilia il blackout di metà gara in Finale ha un po' fatto calare le quotazioni delle sue guardie, come Cipolla.

L'estone Kitsing, in particolare, è stato il trascinatore di Trento con una prestazione maiuscola in semifinale, ripetuta, anche se non nei numeri, anche in Finale contro la Grissin Bon.

Chi ha vinto, quindi, questa NextGen Cup?

Ha vinto Trento, una squadra con diverse individualità di valore a cui la società ha saputo aggiungere proprio quei tasselli che le servivano con i prestiti. Come detto in precedenza, dalla Stella Azzurra è arrivato un play che sa come dettare i ritmi, Panopio, e, soprattutto, NZosa che, pur meno appariscente nei numeri, ha permesso all'Aquila di ampliare la rotazione dei lunghi che avrebbe potuto soffrire in Finale della situazione falli di Doneda.
Seconda Reggio Emilia che da tempo è capace di sfornare talenti per il nostro campionato ed ha portato al pubblico la coppia Dellosto-Diouf.

Concludo con tre spunti di riflessione:

- visibilità: la competizione deve essere ripetuta, ma con maggiore visibilità che possa portare pubblico nei palazzetti e magari una finale in diretta tv. La LBA sa come creare un prodotto così e deve supportare la NextGen.
- livello della competizione: il livello della competizione deve essere alzato al top per la categoria, i settori giovanili più forti devono poter partecipare come una sorta di coppa Italia U18 e, quindi, Fortitudo, Bologna, Bassano e Stella Azzurra, per citarne alcuni, devono trovare spazio. Si può pensare ad un invito in base al piazzamento in un determinato momento o per risultati pregressi, ma alcuni settori giovanili meritano questo palcoscenico.
- messaggi per la Nazionale: questa competizione ha evidenziato quanto il modo di giocare del basket italiano si insegni già a questo livello, lavorare più sui lunghi che sui tiratori dovrà essere fatto (e si parla di raduni ad hoc), i segnali di una competizione del genere devono essere metabolizzati della Lega.

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