Finals a confronto: Italia vs USA


Ci eravamo lasciati dopo dei Playoff NBA brutti e dal finale scontato, con partite prive di particolari emozioni cestistiche, eccoci ora a confrontarle con le Finals nostrane.

I Playoff italiani si sono rivelati densi di emozioni con la grande favorita Milano, che è crollata sotto i colpi di una Trento mai doma, ed una serie finale che ha evidenziato come le due squadre a contendersi il Titolo fossero prima di tutto ben allenate.

La vittoria è andata a Venezia e per i tifosi trentini rimane il rammarico dell'infortunio a Sutton, ma le ultime due partite hanno visto l'Umana rimanere in partita fino alla fine per poi trovare il momento, in gara 5 nel finale, per la zampata.
Una serie fatta di botta e risposta che ha esaltato i vari protagonisti.

La regia di Craft  ha evidenziato le qualità del giocatore sia in attacco che in difesa dove ha, a tratti, dominato. Il gioco nel pitturato di Hogue non ha fatto altro che dimostrare come in NCAA nel suo ruolo si abbiano dei giocatori di qualità che riescono a segnare e costringere gli avversari a falli ed adeguamenti... e come nella migliore tradizione USA, anche di fallire i liberi. Purtroppo questi poi difficilmente risultano appetibili al piano di sopra dove si preferisce ragazzi giovani dal tiro sicuro dalla distanza, anche a scapito di difesa e presenza sotto canestro.

Venezia ha avuto in Peric la luce intermittente, in Bramos il tiratore che forse senza il canestro di gara 5 sarebbe stato ricordato per i tanti errori, ma anche Stone che ha dimostrato tutto il suo valore.

Il confronto tra le Finals NBA e quelle italiane, forse, ha proprio nelle prestazioni dei tre americani citati la differenza maggiore.
In un periodo in cui i freshmen dominano il draft, che potrebbe avere 10 primo anno ai primi dieci posti del board, sono tre giocatori che hanno completato il loro percorso collegiale a Ohio State, Iowa State e UTEP, non atenei di secondo piano, a dominare in una serie di 6 partite di grande livello tecnico e tattico prima che atletico.

L'ultimo pensiero va ai due coach.
Da una parte Buscaglia che aveva avuto la prima consacrazione nel viaggio oltreoceano in estate e che ha saputo far cambiare rotta alla sua squadra dopo una partenza molto difficile, dall'altra De Raffaele che finalmente ha vinto lo Scudetto cui si era avvicinato nel 1989, nella discussa finale tra Milano e Livorno col canestro sulla sirena che avrebbe dato l'inaspettato Titolo ai Toscani, non convaidato!


La pallacanestro italiana, che molto aveva deluso al preolimpico, che si è trovata esclusa dell'Eurocup, che ha avuto una Milano non all'altezza delle aspettative in Eurolega, ha trovato in Venezia, Campione d'Italia ed alle Final Four della neonata Champions League, ed in Trento due squadre che ne hanno esaltato i pregi specie al timone, oltre ai due coach già citati non dimentichiamo ad esempio la Brindisi di Sacchetti, neo allenatore di Verona.
Speriamo in futuro di continuare a vedere un campionato così, magari con qualche italiano in più, oltre alle certezze Floccadori e Tonut, sugli scudi 

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