Intervista a Gabe York, Vanoli Cremona ex Arizona

Foto Zovadelli/Vanoli Basket

In arrivo dall'università di Arizona nel nostro campionato quello che nell'ultima stagione è stato uno dei fari dell'attacco dei Wildcats.
Giocatore di fiducia di Coach Miller ha chiuso la carriera collegiale dopo quattro anni con una grande senior night e con 15 punti di media nell'ultima stagione, ora cercherà di far continuare la crescita ad una delle sorprese della scorsa stagione: la Vanoli Cremona.

Ringraziando come sempre la società che ci ha concesso di porre alcune domande a York, vediamo come ci ha descritto la sua prima parte di carriera cestistica e cosa si aspetta per il futuro.

Puoi descriverci la tua carriera collegiale e dirci quanto è stata eventualmente dura la scelta di andare ad Arizona?

I miei quattro anni ad Arizona sono stati pieni di ostacoli che ho dovuto superare... dopo il mio anno da freshman senza giocare ho avuto una decisione da prendere: se volevo rimanere ad Arizona o trasferirmi ed andare da qualche altra parte. Ovviamente sono rimasto ed ho avuto la possibilità di giocare il resto del tempo ad Arizona e questo si è concluso con un'ottima carriera secondo me.
Ho avuto circa 25 o 30 offerte dopo il mio anno da junior al liceo e feci le visite ufficiali prima che iniziasse il mio anno da senior. Fu una decisione durissima quella che dovetti prendere, ogni squadra con cui mi misi in contatto mi piaceva, ma Arizona alla fine emerse ed è per questo che i scelsi i Wildcats.

In due dei tuoi quattro anni ad Arizona la vostra stagione si concluse contro i Badgers di Kaminsky e Dekker. Come puoi descrivere le partite contro di loro?

Le partite contro Wisconsin furono delle sfide dure e pesanti sconfitte per noi poichè noi fummo vicini a vincere queste gare entrambi gli anni. Oltretutto fare queste partite alle elite 8 due volte e perdere in entrambi i casi sapendo che eri così vicino alle final four senza dubbio ferisce.

Qual è il miglior insegnamento che ti ha dato Coach Miller dentro e fuori dal campo?

Coach Miller mi insegnò il modo giusto di difendere e questo è stato molto importante per diventare un buon giocatore di basket. Mi insegnò molto durante la mia permanenza ad Arizona e sono molto grato che ebbe la possibilità di essere il mio allenatore.

Foto Zovadelli/Vanoli Basket

Nella tua ultima partita casalinga con Arizona hai segnato 32 punti, quali erano le tue sensazioni durante quella partita?

Fu la mia ultima partita casalinga e non sarebbe potuta finire in maniera migliore. Mi fece sentire come se qualunque cosa io abbia passato durante il mio periodo ad Arizona avesse valso qualcosa. Sentendo i tifosi gridare più forte di quanto io avevo mai sentito farlo prima mi diede i brividi durante la partita e la rese molto più bella per me.

Chi è stato il tuo avversario più talentuoso?

Il mio avversario più talentuoso fu Frank Kaminsky, nel mio anno da sophomore ad Arizona, nelle Elite 8, lui segnò 28 punti con 14 rimbalzi.

Cosa pensi di poter dare alla tua nuova squadra?

Darò alla Vanoli una minaccia offensiva in uscita dalla panchina e porterò a questa squadra atletismo e regia.

Quale abilità vuoi migliorare nella tua carriera professionistica?

Voglio migliorare le mie qualità da playmaker e migliorare ulteriormente la mia difesa. Voglio inoltre lavorare il più possibile sulla mie capacità di decidere e fare le giocate giuste.

Il tuo sogno di giocare in NBA è solo posticipato o pensi che il basket europeo sia una dimensione migliore per le tue capacità?

E' solo posticipato, ho avuto la possibilità di far parte di un paio di roster per i training camp la scorsa stagione, ma entrambi presero altre persone o non avevano abbastanza soldi. Spero la prossima stagione di poter far parte di un roster per i training camp e subito dopo far parte della squadra che mi faccia prendere parte ai training camp veri e propri.

Qual è la differenza principale tra il basket al college e quello europeo?

La differenza più grande è il ritmo di gioco. E' più lento qua rispetto al college. Alle squadre piace giocare  a metà campo invece che correre in transizione e raggiungere il canestro. 
A Coach Miller non dispiaceva che tirassimo nei primi 7 o 8 secondi dei 24, qui la maggior parte delle squadre si schiera oltre la metà campo e non prova a segnare fino a 10 secondi o meno sul cronometro.

Rinnovando gli auguri a Gabe ed alla Vanoli per la stagione 2016-17 vi invito a seguire il blog per altre interessanti interviste ai protagonisti del nostro campionato.

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