Cleveland vince 703-699 il suo primo Titolo NBA


Si immaginava che sarebbe stata una serie epica e la conclusione a gara 7 con uno scarto complessivo di soli 4 punti (quelli di gara 7 dato che le due squadre si sono presentate sul 610-610 dopo 6 gare) ne è stata parzialmente una conferma.

Dico parzialmente poichè non si sono avute sette gare vissute sul filo del rasoio, ma una rimonta da 1-3 a 4-3 non potrà essere tralasciata dalla storia.
Per fortuna proprio la gara più importante, la settima, è stata esattamente come ce la saremmo aspettata e si è conclusa con un finale degno di una stagione così.

Iniziando dagli sconfitti, abbiamo una squadra cui non sono bastate le 73 vittorie in regular season per vincere l'Anello.
Golden State è riuscita nella rimonta contro OKC, ma ha subito a sua volta una striscia di 3 sconfitte consecutive contro Cleveland.
La gara 7 si è decisa sul finale quando entrambe le squadre hanno avuto un leggero appannamento ed al canestro da 3 punti di Irving non è riuscito il pareggio di Curry che avrebbe portato, con un miracolo, la gara ad un incredibile supplementare.
Rimane il fatto che dopo la stagione regolare i Warriors sono apparsi forse un po' stanchi e dopo le 3 vittorie consecutive i OKC la benzina ha iniziato a diminuire. La forza del collettivo (nelle prime gare ci sono stati tanti protagonisti diversi per Golden State n.d.r.) li ha portati sul 3-1, ma l'impeto e la voglia di James non hanno più trovato ostacoli nelle ultime gare.

Cleveland ha avuto un LBJ affamato che però è riuscito a trovare compagni pronti proprio per gara 7. Non è un caso che, oltre alla tripla doppia dell'MVP, anche Love e Irving abbiano fatto un'ottima partita chiudendo rispettivamente 9p+14r e 26p+6a, ma rimane da sottolineare come il concetto di squadra nei Cavaliers non esistesse, dato che in pratica hanno vinto la gara decisiva giocando in 5.
Cinque giocatori con l'80% del minutaggio, 90% dei punti e dei rimbalzi ed il 100% degli assist, unici cinque giocatori della squadra con un plus/minus positivo, per questo non si può dire che sia stata la vittoria di coach Lue, ma di superstar affamate e forse timorose di poter perdere un'occasione importante.

Se si deve, però, parlare di occasioni sprecate non si può che tornare ai Warriors che hanno buttato via la loro stagione e rimarranno come i Patriots del 2008 che dopo la stagione perfetta, subirono l'unica sconfitta al Superbowl contro i Giants.
Proprio seguendo questo paragone immagino già che qualcuno dei fan di Chicago e qualche suo ex giocatore possa essere felice come i Dolphins del '72 ogni volta che l'ultima delle squadre imbattute subisce una sconfitta.

Ora cosa si vede nel futuro?
Alcuni dicono che, portato finalmente il Titolo a Cleveland, James possa ricominciare il suo tour alla ricerca di una nuova squadra e di altri milioni... in fondo ha completato il suo compito coi Cavaliers.
Sicuramente una Freeagency con James e Durant in giro potrebbe far nascere qualunque nuovo assetto per la Lega.
Love sembra essere in rotta con Cleveland ed ora, con il Tirolo, quasi certamente andrà via.
Rimarrebbe solamente Irving a tenere unita una squadra, che in realtà non esiste, e che, rimanendo nei confronti col football, risulterebbe come i Ravens post Superbowl 2012, in cui smantellarono il roster, ma in quel caso rimase Flacco e Lewis si ritirò, non andando altrove.

Golden State ora deve capire se tornerà ad essere bella e vincente o solamente bella.
I Warriors in questa stagione hanno sicuramente cambiato il gioco, hanno fatto tornare il concetto di squadra, ma anche spostato il baricentro lontano (forse troppo n.d.r.) da canestro. Alla fine, come una specie di contrappasso, hanno proprio perso su un tiro da 3 che è entrato per Kyrie e non per Curry.

Tra poco ci sarà il draft e ancora altre situazioni potranno cambiare, ma una cosa sarà certa: la prossima stagione vedrà scenari completamente diversi da questa.

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