THIS IS MARCH MADNESS 2016 - 6 FINAL


Quando una squadra, dopo essere stata 7 settimane nella Top 5 del ranking di cui 3 da numero 1, batte nelle ultime tre gare della stagione le tre squadre che più hanno impressionato durante l'anno non può che essere considerata la più forte.
Il fatto di aver vinto la gara con un buzzer beater fa parte della natura del basket collegiale in cui tutti possono ancora vincere fino a quando il cronometro non segna 0.00.

Villanova è stato tutto questo e forse ancora di più, è stata una squadra di cui si ricordano pochi cali ed a cui manca forse manca solo il titolo del torneo della Big East per considerare questa stagione perfetta.

Kansas e Oklahoma erano già passati sotto la cura Wright, ma si pensava che per North Carolina sarebbe stato diverso. Villanova, però, ha ancora una volta preparato al meglio la gara e portato fino alla fine il suo piano partita.
Come nella partita coi Sooners le percentuali l'hanno aiutata, ma sono pochi i tiri che possono essere considerati affrettati in un attacco che ha saputo girare sempre nella maniera corretta.

I concetti dell'attacco su cui si è basata la vittoria sono stati quelli di giocare con quattro giocatori molto alti verso il centro del campo e lasciare Ochefu libero di giocare sulle tacche. Lo scopo era quello di stanare i lunghi avversari, Johnson su tutti, lasciando il proprio centro ad impegnare Meeks.
La scelta non ha pagato in quanto a rimbalzi offensivi, ma con un 58% al tiro le seconde possibilità non sono poi molte.

In difesa i Wildcats hanno alternato la uomo alla loro solita zona matchup che si accoppiava al momento del bisogno, ma che sa anche adattarsi sui blocchi e può concedersi qualche raddoppio senza apparire sbilanciata. 

UNC ha contrastato la macchina perfetta di Villanova trovando un primo tempo quasi perfetto al tiro, che però è crollato nel secondo tempo dal 54% al 43%.
L'ago della bilancia è stato, al contrario di quanto si pensasse, il ruolo dei lunghi. Se Villanova ha trovato Booth in serata di grazie, capace di sostituire un appannato Brunson, è andata peggio la sostituzione di Ochefu. I pochi minuti senza il proprio centro in campo avrebbero potuto portare ad un break da parte dei Tar Heels, ma la serata non eccezionale di Meeks non ha punito la debolezza.

Il finale è stato degno di un film con Paige che ha trovato il pareggio con un tiro funambolico, ma l'azione finale a 4.7 secondi è stata ben preparata da Villanova. Se andassimo proprio a vedere, l'esecuzione del MOP Arcidiacono non è stata esemplare dato che avrebbe potuto lasciare qualche centimetro in più a Jenkins, ma il retropassaggio con conseguente screen per evitare l'arrivo dell'avversario è stato fatto molto bene. 
Poi logicamente bisogna mettere quel tiro, ma, come detto, i Wildcats di queste Final Four hanno chiuso con  un 65% al tiro con il 59% da 3, in pratica è stato un tiro ad alta percentuale a chiudere la stagione 2015-2016 del college basket.

Come ogni anno in questo articolo conclusivo della March Madness ecco lo splendido video del One Shining Moment!


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