Superbowl 50, siete soddisfatti?


Il Superbowl 50 era stato presentato in grande stile, sarà per il numero, sarà per la sfida tra due ex numero 1 del draft, sarà per la sfida tra le numero uno delle due conference o per la possibile ultima partita di Manning, ma sembrava dover essere una grandissima partita.

Purtroppo non tutte le attese sono state soddisfatte.

Andiamo, come sempre, con ordine.
Si parte con una super Lady Gaga che intona l'inno dimostrando che non è solo un personaggio eccentrico, ma che sa come usare la propria voce.

Sul campo sembra che tutto si sia fermato a quindici giorni fa ed al Championship della AFC.
Al posto di Brady c'è Newton ed al posto dei Patriots, i Panthers, ma lo smarrimento davanti alla difesa dei Broncos è lo stesso.

Puoi prepararti ad affrontare JJ Watt, ma se davanti hai sia Miller che Ware in forma come in questo gennaio non sai da che parte potranno arrivarti e la tasca di Cam è spesso apparsa più un bozzolo che si stringeva sul suo QB collassando su di lui più che una vera protezione.
Il gioco di corsa non è mai stato credibile (3.5 yards a portata) e nel primo tempo nemmeno sui lanci i Panthers hanno potuto liberarsi un minimo dalla pressione avversaria.

Ad aiutare i campioni della NFC è stato Talib, unica star della difesa dei Broncos a cui la tensione ha fatto più di uno scherzo causando coperture non perfette, specie nella seconda metà della gara, e qualche penalità di troppo.

Se l'attacco di Carolina non ha entusiasmato, cosa dire di quello dei Broncos?
Una sola parola: nullo.
Manning è apparso realmente alla fine della sua carriera e Anderson nella prima metà è sembrano non così efficace come sarebbe bastato per spaccare in due la gara.
Il problema per i Panthers è che i pochi errori della difesa sono stati spesso puniti dagli avversari.

Se parliamo di errori, il più grande è stato quello sul ritorno da 61 yards di Norwood che sarebbe potuto essere atterrato subito ed invece ha trasformato la situazione un un grande vantaggio.

A metà gara il punteggio dice 13-7 per Denver.

Arrivano i Coldplay, Beyonce e Bruno Mars.
Lo spettacolo mi è sembrato uno dei peggiori degli ultimi anni con un sapore di anni '80 che è apparso fuori registro ed il video dei vecchi halftime show non ha migliorato le cose.

Si torna in campo e per i Panthers, che ricevono, sembra essere cambiata la partita. Ginn inizia a ricevere e la palla avanza con ritrovata velocità... ma per molto poco tempo.
Dopo una breve fiammata tutto torna come prima ed alle palle perse si aggiungono quelli le penalità. Alla fine saranno 12 gli episodi sanzionati per un totale di 102 yards ed una media di 8,5.

La difesa di Carolina continua a provare a limitare Anderson (Manning è già loro preda dato che chiuderà con solo 141 yards, 1INT ed 2 fumbles), ma dall'altra parte non si trova la meta, nemmeno su FG.

Un Superbowl avaro di Big Play si chiude sull'unica meta dell'attacco di Denver e la successiva trasformazione da 2 per il 24-10.
Al termine sembra di dover leggere un bollettino di guerra con 7 fumbles e 12 sacks a fronte di 400 yards, 2 intercetti e 0 TD per i due QB.
Logico l'MVP ad un difensore e così Von Miller entra nella ristretta cerchia dei difensori diventati miglior giocatore del Grande Ballo e Manning fa finta di pensare ancora ad un possibile ritorno. La realtà è che questo Anello sarebbe andato in Colorado anche con Dilfer o Brad Johnson dietro il centro e Peyton attualmente non è più un top QB.

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