Cosa serve per vincere nel basket attuale


Questo blog non parla del basket delle Nazionali, ma l'Europeo conclusosi a settembre ha visto tra i suoi partecipanti molti volti conosciuti del mondo NBA (Gasol, Parker, Giannis, Nowitzky, i tre italiani e molti altri) e NCAA (Sabonis, Karnowsky per esempio).

Proprio la presenza di giocatori impegnati durante l'anno oltreoceano ha reso il campionato molto simile nei contenuti a quelli statunitensi ed evidenziato, ancora una volta, cosa serva per vincere nel basket attuale.

Se andiamo ad esempio ad analizzare il cammino dell'Italia nell'Europeo ci accorgiamo immediatamente, ad esempio, che noi avevamo un go-to-guy capace di trascinare la squadra: Gallinari.
Per questo motivo avevamo un elemento fondamentale per essere ad un livello medio-alto nel nostro continente.

Guardando la NBA, anche New York ha il suo giocatore faro in  Anthony ed anche Louisville versione 2015 in Harrell nella scorsa stagione NCAA, ma allora perchè tutte queste squadre non sono riuscite ad essere competitive fino alla fine?

Continuando il discorso Italia, salta subito agli occhi il primo grande problema: fin dalla prima partita contro la Turchia per poi pensare a Shroeder ed i seguenti, i play avversari hanno fatto ciò che hanno voluto.
Il primo elemento fondamentale è quello che si deve avere un playmaker con almeno una di queste caratteristiche fondamentali di questo gioco: la pericolosità al tiro, la velocità di penetrazione o la difesa sui pariruolo con le altre due caratteristiche.
Per questo motivo la nostra Nazionale ha patito il gioco dei registi avversari, Cinciarini all'Europeo è apparso poco pericoloso al tiro, nessuno degli altri play è stato in grado di rompere le difese avversarie in penetrazione e, cosa fondamentale viste le caratteristiche della nostra squadra, non si è avuto un solo giocatore in grado di tenere gli avversari in penetrazione e nei pick-and-roll.

Esempio di squadra capace di questo è stata la Spagna, con Llull che senza essere dominante in attacco si è spesso sacrificato in difesa, nella NBA lo scorso Titolo è andato alla squadra con Curry, che possiede sicuramente le prime due caratteristiche, e nella NCAA  abbiamo visto MSU arrivare alle F4 con Trice in cabina di regia oppure UCONN vincere a sorpesa il titolo 2014 grazie a Napier.

La seconda lacuna della Nazionale italiana è stata quella nel pitturato.
Bargnani non può essere il centro titolare nella squadra dato che, pur essendo riuscito a fare buone gare in attacco, non è un giocatore capace di essere decisivo a rimbalzo, nemmeno quello difensivo, nè di marcare un vero centro, l'esempio della gara contro Valanciunas è sotto gli occhi di tutti.
Chi è stato decisivo per il Titolo spagnolo? Gasol, ovvero un centro che ha dominato gli avversari.

Continuando i paragoni NBA ed NCAA possiamo parlare della storia recente dove Davis è ormai un fattore o, andando a ritroso, pensare a come ad esempio Dallas sia riuscita ad arrivare in fondo quando ebbe Chandler nel suo roster, non certo una macchina da punti, oppure dell'ascesa di Wisconsin con Kaminsky o del Titolo di Duke con Okafor.

Per riassumere al meglio il discorso su cosa serva per vincere nel basket attuale, senza scomodare i Titolo dei Lakers con Kobe e Shaq o degli Spurs con Parker (Ginobili) e Duncan, sono sotto gli occhi di tutti le scelte fatte da LBJ in ogni suo cambio di squadra e le richieste che, conoscendo lui questo sport, ha fatto appena arrivato in ogni nuova franchigia
LeBron, uno dei più dominanti go-to-guy della NBA moderna, ha sempre voluto intorno almeno un playmaker che potesse essere decisivo in attacco, Wade e Irving, ed un centro che fosse un buon difensore nel pitturato, Bosh, o una macchina da rimbalzi, Love, per poter puntare a vincere l'Anello.

Logicamente tutta questa descrizione è puramente teorica, ma se vogliamo aggiungere qualcosa basta pensare a OKC che, anche con Durant e Westbrook, ha sempre avuto una lacuna in area.

Per concludere, parlerò ancora una volta della Nazionale italiana e di come non si vedano all'orizzonte ancora giocatori capaci di colmare le due forti lacune che, per ora, ci hanno impedito di poter rivivere ancora le emozioni di quando siamo stati al vertice del basket continentale ed olimpico.
Per fortuna il lento ricambio generazionale che stavamo vivendo sembra aver avuto un'accelerazione e si vedono tanti ragazzi degli anni 90 pronti ad esplodere, speriamo che si confermino nel prossimo futuro.

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