La scelta di Bargnani



Questo articolo non vuole essere una critica a Bargnani, cui anzi rendo merito per la scelta oculata, ma solo una valutazione di quanto sia successo negli ultimi giorni nella carriera di Andrea.

Partiamo quindi con alcune considerazioni.
Bargnani in NBA, fin da subito, si è rivelato un giocatore capace di avere partite da oltre 20 punti (21.4 di media nel 2010-11 e 19.5 l'anno dopo), ma senza una valida attitudine difensiva, almeno per il tipo di difesa che necessita un lungo come lui.
Mai determinante a rimbalzo nè come intimidatore in area pitturata (5 rimbalzi di media in carriera sono veramente pochissimi per il suo ruolo), nelle ultime stagioni ha avuto una involuzione dovuta anche ai tanti acciacchi, concludendo a 15 punti e 4.4 rimbalzi l'ultimo anno coi Knicks.

Detto questo, Andrea non ha mai avuto così tanto appeal sul mercato e nessuna stagione così al di sopra delle righe come ci si aspetterebbe da una #1 del draft, per questo motivo appare quasi falsa l'affermazione che ha rilasciato ai tanti accusatori circa il fatto che non fossero solo Kings e Nets a cercarlo sul mercato.

Tornando alla cronaca, infatti, si arriva a questa estate in cui, come Belinelli e Datome, si è trovato a dover cercare una sistemazione.
Se il primo è riuscito a monetizzare le buone stagioni degli ultimi anni, andando ai Kings con la speranza di mantenere un certo status nella Lega, ed il secondo ha preferito la Turchia per il ritorno nel basket europeo, Bargnani aveva preso subito la sua decisione: non tornare in Europa se non per moltissimi 0 sul contratto.

Se confermata ritengo questa affermazione quanto meno controproducente, ma forse aveva già sentore che qualcosa stesse arrivando.

Eccoci quindi alla fuga di notizie che ha fatto impazzire i tifosi italiani più campanilisti: Bargnani ai Kings con Belinelli.
La notizia ha fatto subito gola a tutti, Gazzetta dello Sport compresa che, nonostante sia patner della NBA e dovrebbe cercare le conferme alle notizie, 24 ore dopo la smentita, ancora riempiva le sue pagine sull'argomento.

La notizia è presto stata sostituita con quella reale: Bargnani rimane nella Grande Mela e passa ai Nets per un contratto assai più basso di quello che diceva di volere per tornare nel vecchio continente.

Le ragioni della scelta possono essere molteplici, mi limito a farne una ragione tecnica.
I Kings sarebbero stati probabilmente la peggior squadra in cui sarebbe potuto capitare l'italiano!
Con la mancata partenza di Cousins e l'arrivo di Cauley-Stein dal draft, il ruolo di lungo è coperto da entrambi i lati del campo, con DMC che impazza in attacco e nelle doppie-doppie coi rimbalzi e WCS che dovrebbe portare la difesa nel pitturato.
Entrambi non sono paragonabili a nessuna delle varie versioni di Bargnani che avrebbe meno punti e rimbalzi del primo e meno difesa ed intimidazione del secondo.
I Kings, con anche l'ultimo arrivo di Rondo, avrebbero, inoltre, 3 stelle (contando Gay), troppe, per non decretare la scomparsa dai rader NBA per un giocatore come Bargnani, che ha trovato le sue migliori annate lontano da altre stelle troppo amanti della palla nele proprie mani.

Ai Nets Andrea, non solo non perde il cono di luce di NY, ma trova un reparto lunghi che potrebbe comprenderlo nella rotazione dato che il solo Lopez gli sarebbe, almeno inizialmente, davanti come centro mentre come ala grande avrebbe un po' più di competizione con giocatori più atletici.
Ottima scelta, quindi, per un giocatore che ormai non ha dalla sua parte neanche più la carta d'identità e dovrà finalmente domostrare di poter stare nella Lega o di dover tornare in Europa per far risalire le sue quotazioni, una scelta, forse, che non vorrebbe prendere, ma che, se fallisse ai Nets, sarebbe la più saggia.

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