Riflessioni su one and done e early entry


"Quest'anno la squadra con la prima scelta assoluta avrà molti dubbi su chi scegliere tra John Wall e Lillard, senza pensare che se servirà un big man Plumlee o Withey potrebbero avere le loro possibilità, ma forse Cousins è loro davanti."

Questo potrebbe essere uno dei commenti al draft 2013 se i giocatori fossero obbligati ad entrare nel draft solo dopo la loro stagione da senior.
Personalmente sono sempre stato un amante della filosofia che, con altre motivazioni, è già presente nel mondo del football, quella di avere giocatori con almeno 3 anni di college alle spalle.

Un tempo si poteva provare la carta dei pro direttamente dalla high school, così sono arrivati giovanissimi KG, Kobe e LBJ, ma anche di tante, troppe, promesse scomparse ancor prima di capire di aver fatto una sciocchezza. Ora si è creata la filosofia del "one and done", ovvero: visto che almeno un anno di college devo farlo, lo farò, ma non uno di più. 
In fondo Melo ha fatto così, anche in un'era in cui non era una regola, ma lui è anche uscito dal college col titolo in bacheca!

Quest'anno indicativamente ci saranno Noel, McLemore, Bennett, Muhammad e Goodwin a dichiararsi da freshman e nessuno di loro è riuscito a raggiungere le Final Four, ma le sirene del business non si possono ignorare quando hai 20 anni.

Con qualche anno in più al college avremmo avuto una Kentucky con il quintetto che lo scorso anno dominò più Wall, Cousins, Noel e Goodwin al torneo, scusate se è poco!
Ohio State avrebbe avuto ancora il suo uomo d'area in Sullinger e che dire di Duke ancora con Irving?

Logicamente molti giocatori hanno storie alle spalle che necessitano di provare ad iniziare a monetizzare il loro talento e, vedi Noel, gli infortuni sono sempre dietro l'angolo, un incidente di percorso al college potrebbe poi condizionare il futuro, ma non credo che il passaggio dal possibile approdo dalla HS ai pro ed il one and done sia molto diversi, per questo (non lo dico per vedere un Plumlee o un Oladipo alla 1 quest'anno) credo che salire al 3 and done sia una scelta migliore, sia per lo sviluppo di giocatori (ultimamente alcune classi sono piene solo di progetti e non di giocatori) sia per lo spettacolo della NCAA (come se già non ce ne fosse abbastanza) sia per lo spettacolo della NBA (spesso si dice che il livello medio in NBA sia in calo).

Vediamo ora come sarebbe la draft class NBA del 2013 se già da quest'anno fosse obbligatorio dichiararsi come minimo da Junior. (alcuni nomi non si sono ancora dichiarati, ma si pensa che potranno farlo)
Oladipo, Indiana
Zeller, Indiana
Snell, New Mexico 
Plumlee, Duke
R.Kelly, Duke
Mc Collum, Lehigh
Hardaway Jr, Michigan
D.Thomas, Ohio State
Craft, Ohio State
Franklin, San Diego State
Withey, Kansas
Siva, Louisville
Bullock, North Carolina
Kadji, Miami
Hill, Arizona
Southerland, Syracuse

Sicuramente appare una classe con meno appeal di quella reale, ma percentualmente troviamo giocatori più pronti di quelli che potrebbero arrivare tra i pro.

Da amante della NCAA e della NBA, quindi vorrei che, anche ascoltando i giudizi sul one and done dei coach NCAA intervistati durante la stagione e riproposti da ESPN durante la March Madness, si facesse una riforma del sistema in modo da impedire un costante fuga dai college.
Ricordiamoci sempre che la percentuale di giocatori che approdano alla NBA rispetto a quelli che ambirebbero a farlo è sempre bassa, anche per loro obbligarli a proseguire un percorso formativo cestistico e no sarebbe solo un bene!

Io vedrei bene un vincolo alla stagione da junior, con una eccezione in caso di approdo ad titolo di conference o alle final four... in fondo Melo...
In questo modo, se i meriti cestistici saranno così marcati si attuerà l'eccezione, altrimenti di dovrà proseguire nello sviluppo del giocatore e dell'uomo.

N.d.r. Ed il prossimo anno si rivedrebbe la corsa di Michigan con Burke e Hardaway Jr (dichiarati) e Robinson III e McGary (che ci stanno pensando).

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