L'immagine di LeBron che rincorre JR Smith al termine dei tempi regolamentari di Gara 1 rimarrà nell'immaginario collettivo come la notizia di queste Finals ed alcuni hanno anche insinuato che se i Cavaliers avessero vinto quella partita la serie sarebbe potuta andare diversamente.
La notizia è di sabato e dice che dopo quella partita LeBron abbia tirato un pugno al muro e si sia infortunato in maniera da condizionare tutte le altre partite ed anche questo ha aperto qualche rimpianto per i tifosi del Re.
La realtà sportiva, però ci consegna Golden State come vincitori di una serie finale mai aperta verso Clevaland, che ci ha provato, ma non ha potuto nulla contro il trio Durant-Curry-Thompson, Green ed Igoudala, in campo solo per due partite, sempre sul pezzo ed un supporting cast con poche sbavature (Livingston a tratti perfetto nelle prime tre gare n.d.r.).
Il dito viene puntato verso il roster dei Cavaliers, ma viene da chiedersi se la presenza ingombrante di LeBron non possa essere stata trascinante verso un risultato che sembrava impensabile, ma anche limitante in una serie in cui James non è riuscito ad essere seriamente incisivo.
In questo discorso ci vengono incontro le parole di Kobe, che ha detto che è ingiusto catalogare i Cavaliers di quest'anno come una squadra dal roster scarso. Il fatto di avere un allenatore come Lue potrebbe essere stato anche il motivo per il quale non si sia riusciti a cambiare rotta in corsa lasciando il canovaccio "James aiutaci tu" sempre in auge.
I Warriors rimangono Campioni NBA nonostante la rivoluzione della scorsa estate che ha creato alcune squadre d'elite, sbilanciato nuovamente Est ed Ovest, ma dimostrato ancora una volta quanto sia difficile amalgamare campioni abituati ad avere spesso la palla in mano per dirigere le operazioni nelle proprie singole squadre. Come nella migliore delle saghe cinematografiche il numero 1 batte gli altri e così in questa nuova versione della Lega la vincitrice rimane Golden State che portò Durant, ancora MVP, alla corte di una squadra già vincente con Curry e Thomspon.
Ora ci aspettano un draft, che porterà giocatori di talento dal college e dall'Europa, lo sbarco di Doncic, che molti attendono da qualche anno, ma che spero non lo trasformi in un terzo violino, il solito numero di giocatori passati solamente un anno in NCAA, che proveranno dove tanti hanno fallito, e qualche giocatore che è cresciuto al college, ma misteriosamente risulta poco appetibile alla Lega, ed una FAgency che proverà a spostare qualche "nuovo" Big, ma vivrà della telenovela su quale sarà la prossima tappa del LeBron Tour.
Sinceramente spero che non vada a bloccare il processo di sviluppo di Philadelphia, perchè ricordiamoci che gente come Love faceva, lontano dal Re: 10 punti, 3 rimbalzi e 2 assist in più a partita in 6 minuti in più in campo quando era ai TWolves. I numeri non dicono tutto, ma forse il roster di Cleveland non era così tanto scarso.
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