West Virginia e la lezione al freshman


La difesa di West Virginia ci ha abituati negli ultimi anni ad essere una delle più organizzate e temibili della NCAA per gli attacchi avversari. Quest'anno Carter, all'ultimo anno al college, sta guidando i suoi verso nell'ennesima stagione all'interno del ranking, sperando di poter arrivare avanti nella madness.

In questo quadro l'arrivo in casa dei Mountaineers di Young, freshman di Oklahoma da quasi 30 punti ed oltre 10 assist a partita, è sembrato il test ideale per i ragazzi di coach Huggins, ma non solo, anche per il giocatore dei Sooners avrebbe potuto dare indicazioni circa il suo vero valore e così è stato!

A questo punto della stagione il risultato è importante, ma per Oklahoma anche la sconfitta è stata sicuramente di giovamento.
Il suo Leader, infatti, è apparso uscirne migliorato ed il suo valore, specie riguardo alla mentalità in campo, è stato messo in evidenza. Indubbiamente il ragazzo ha patito la difesa fisica di Carter, uno dei migliori difensori tra le guardie dell'intera Division I, ma non è apparso così tanto faticare nel gestire la gara.

Andiamo con ordine per capire quanto abbia fatto bene a Young la sconfitta contro West Virginia.

FACE TO FACE
Quando una squadra ha un punto di riferimento ben identificabile è più facile per una buona difesa adeguarsi per cercare di limitarlo. Pressione sulle rimesse e raddoppi continui, uniti ad una difesa a uomo asfissiante sono state le scelte di coach Huggins su Young.
Il freshman ha impiegato qualche minuto per capire come contrastare la pressione, ma ha attivato la sua ottima visione di gioco per riuscire a trovare i suoi compagni, spesso con ribaltamenti per l'uomo lasciato libero dal raddoppio su di lui.

TIRO ED ASSIST
Parlare di realizzazione ed assist per il giocatore che sta guidando le due classifiche dell'intera Division I sembra superfluo, ma, se numeri alla mano la partita è apparsa in linea con le sue medie, non è stata una gara facile sotto questi aspetti per Young.

Trae ha tirato tanto e male dalla lunga distanza nei primi minuti di gara ed ha chiuso il primo tempo sotto media. L'intervallo lungo ha portato a qualche indicazione dal suo allenatore ed il ragazzo ha risposto prendendo in mano ancora una volta la sua squadra.

Sotto il profilo degli assist, il numero avrebbe potuto essere migliore se i suoi compagni fossero stati più precisi al tiro, ma soprattutto contro un'altro tipo di difesa. La facilità di dare via la palla da parte di Young è indiscutibile, ma le mani degli avversari, in questa gara, erano dappertutto ed hanno spesso toccato o recuperato la palla anche in azioni in cui l'angolo di passaggio e l'esecuzione erano ottimi.

NERVOSISMO
L'aspetto psicologico contro una difesa come quella di West Virginia è fondamentale ed il non perdere la calma quando ti trovi spesso le mani addosso diventa un aspetto decisivo per l'andamento della gara.

Young ha iniziato rispondendo alla pressione sparando da 9 metri, ma dopo ha capito come gestirsi e, a parte poche occasioni in cui è apparso subire psicologicamente gli avversari lamentandosi con gli arbitri, ha continuato a macinare il suo gioco, migliorando in fase offensiva nel secondo tempo.

Il basket è bello per questo, quando un veterano fornisce ad un giovane più talentuoso la possibilità di migliorare anche in aspetti diversi dalla naturale atleticità o dalla pura tecnica di realizzazione. Questo è quanto è successo tra Carter e Young, tra un senior ed un freshman, tra un giocatore che probabilmente uscirà dai radar del basket che conta ed uno destinato alla prossima lotteria, se non top 3.

Questa è stata la lezione di West Virginia a Trae Young.

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