L'insostenibile peso della storia


La bellezza dello sport professionistico americano è quello di avere un discreto ricambio al vertice e consentire a tutte le franchige di avere ciclicamente il proprio posto al Sole.
La differenza tra le squadre più blasonate e quelle considerate storicamente perdenti è nel periodo di oscillazione tra periodi aurei e momenti bui.

La particolarità di questa stagione è che molte delle squadre più vincenti della NFL si trovano nelle parti basse delle classifiche o, come molti tifosi delle squadre più deboli amano dire: nella parti alte del draft.

Abbiamo quindi, dietro i terribile Browns, per i quali non si vede la luce:

San Francisco 49ers
New York Giants
Indianapolis Colts
Denver Broncos
Chicago Bears

Se per Bears e 49ers la stagione di transizione poteva essere preventivata, ecco che Denver e Giants hanno sconvolto i propri tifosi.
Per tutte queste squadre la crisi passa per il ruolo cardine: il QB titolare.
Per specificare meglio, la scelta del titolare.

Si inizia con Frisco che ha voluto prendere Garoppolo dopo il fallimento di Hoyer e la mancanza apparente di fiducia a Beathard. Una volta messo a roster l'ex New England, ecco le sue continue panchine che lo hanno portato ad esordire come starter solamente in questa week 13, chiusa con una vittoria su Chicago seppur per merito esclusivo dei 5 FG di Gould, ex Bears, col più lungo da "solo"35 yards.

I Giants non hanno imparato nulla da Buffalo e dalla panchina di Taylor, così in questa stagione disgraziata McAdoo ha deciso per week 13 di far giocare Geno Smith, già fallimentare coi Jets, al posto di Eli Manning. Il risultato di questa scelta a sorpresa, anche per i protagonisti, è facilmente intuibile: sconfitta e licenziamento dell'Head Coach.

Ad Indianapolis l'assenza di Luck avrebbe dovuto essere breve, ma quando i tempi si sono dilatati e le vittorie delle due squadre leader della AFC South sono diventate molte, si è capito come per i Colts i sogni di una stagione da sufficienza sarebbe presto andati in fumo.
Brissett ha fatto quello che ha potuto, ma non ha saputo dare quel qualcosa in più ad un roster decisamente sotto il par.

Se qualcuno desidera una squadra in piena confusione, ecco Denver. 3 QB, dubbi sullo starter ad ogni partita e quella sensazione di continuo tentativo senza fondamento hanno caratterizzato la stagione dei Broncos.
Siemian era partito 3-1 prima di implodere con la squadra e far partire la caccia al nuovo titolare. Sul 3-4 ecco il turno di Osweiller, 0-3 e posto dietro il centro a Lynch. Il QB del futuro ha fallito all'unica sua occasione per lasciar tornare il primo del trio a comandare nell'ultima sconfitta contro Miami per 35-9.

Chi sarà il titolare a Chicago? A questa domanda si sarebbe dovuto rispondere Glennon, ma i Bears non hanno avuto lungimiranza ed ecco che, dopo aver strapagato l'ex Tampa Bay, al draft si sono svenati pure per Trubisky. Il pensiero per tutti gli appassionati è, di conseguenza, stato: allora partirà Trubisky!
Ma in week 1, ecco che il posto dietro il centro è andato a Glennon. Dopo un record di 1-3 e prestazioni non esaltanti, è arrivato l'esordio di Trubisky, attuale titolare con un record personale di 2-6 ed una striscia aperta di 5 sconfitte.

In conclusione si è capito che nella NFL le gerarchie sono importanti ed assimilare un cambio di personale nei ruoli cardine può portare squadre con roster non di alto livello ad implodere.

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