Questo articolo non vuole essere una critica ad uno dei più vincenti coach del college basket, ma una riflessione su come la situazione sembri essere scappata di mano sia a Calipari che alla NCAA in generale.
All'inizio fu la Kentucky di Anthony Davis con sei ragazzi andati in blocco al piano di sopra e successivamente arrivò il platoon degli invincibili, che perse alle Final Four, ed in questa stagione ecco un gruppo di freshmen che il coach dalla Pennsylvania sta cercando di buttare nella mischia fin dal principio, ma che non stanno dando le risposte che si pensavano.
Sfruttando la regola che permette ai migliori prospetti in uscita dalla High School di fare solamente una stagione di college ed una nuova imperante scelta da parte delle franchige NBA di puntare più sull'atleticità che sulla tecnica abbinata al talento, coach Calipari ha trasformato il recruiting in una guerra tra top college che prima ha vinto per qualità ed ora tende a dominare per quantità.
La scelta di avere squadre a tempo determinato, lungo 1 stagione, inizialmente non era riuscita ad entrare nella mentalità dei coach NCAA, ma col passare del tempo ecco che si sono sviluppate diverse strade per allestire le squadre per la stagione. Vediamole nel dettaglio.
KENTUCKY E' SEMPRE KENTUCKY
Come detto inizialmente, coach Calipari ha continuato sulla sua strada, continua ad avere squadre con età media molto vicina a quella minima, produce con continuità giocatori da primo giro al draft, lotta sempre per un posto al sole, ma ormai non vince il Titolo dal 2012, con la squadra di Anthony Davis.
Kentucky ha ideato il platoon, con dieci giocatori sullo stesso piano che si dividevano il minutaggio, ma non ha vinto.
Quest'anno ha, invece, buttato nella mischia un quintetto di soli freshmen fin dal principio ed i risultati non sono stati così confortanti. I ragazzini della classe 2017 faticano ad entrare in partita ed hanno sofferto contro Utah Valley e East Tennessee State, prima di recuperare e vincere e nella prima sfida importante, contro Kansas, hanno perso, pur dimostrando di poter lottare alla pari.
I wildcats hanno la fortuna di giocare nella SEC che non presenta particolari difficoltà durante la stagione, ma si vedrà quanta strada potrà fare l'ennesima nidiata di 5* reclutata.
DUKE GIOVANI, VETERANI, SOLIDITA' E TALENTO.
Coach K sembra aver imparato bene dal suo collega e negli ultimi 5 anni ha avuto tra le sue fila quattro volte il numero 1 del recruiting, solo Simmons ha deciso di andare altrove.
A differenza di Kentucky, Duke ha però sempre lasciato le chiavi della squadra a giocatori con qualche anno nella Lega ed anche quest'anno avrà un senior di tutto rispetto come Allen che da freshman aveva giudato i suoi al titolo, in una squadra di tanti primo anno importanti, ma anche di Cook e Jefferson.
IL FASCINO DI MICHIGAN STATE
Coach Izzo ha deciso di seguire da lontano le vicende del recruiting e puntare a giocatori sempre funzionali e, nel caso questi vogliano salire al piano di sopra, ha anche la forza di farli scegliere di rimanere al college, come Bridges quest'anno.
Gli Spartans non sono i soli ad essere riusciti a bloccare le aspettative di NBA dei loro prospetti anche se il caso di giocatori come Swanigam sono cosa rara e magari spesso nascono da altre cause.
LE SPERANZE DELLE ALTRE BIG
Tanti college con programmi di livello hanno cercato più volte di imporsi pescando largamente nel recruiting, ma difficilmente sono riusciti a raggiungere i risultati sperati, basti pensare alla California di Brown e Rabb.
Quest'anno vedremo se Arizona con Ayton riuscirà a fare strada dopo aver trattenuto Trier fino alla sua stagione da junior, ma avendo perso Markkanen.
LA VECCHIA NORTH CAROLINA COL TITOLO IN TASCA
In questo panorama ecco North Carolina che ha vinto lo scorso Titolo con un roster da quattro senior e quattro junior, quasi tutti determinanti per la vittoria finale.
QUANDO SCELGONO I GIOCATORI
Inizialmente sembrava che le regole universitarie potessero spingere alcuni prospetti a provare la scelta di diventare subito professionisti, magari provando l'avventura cinese o europea, pensiamo a Mudiay, ma in realtà quelli che vogliono emergere e non collassare in un sistema, o in una squadra traboccante di talenti atletici pari a loro, hanno deciso in modo autonomo la strada dei college non top. Ecco che le prime scelte degli ultimi due draft provengono da LSU, Simmons, e Washington, Fultz.
Questi prospetti non hanno neanche visto la Madness, ma hanno potuto collezionare numeri da capogiro in squadre di cui erano leader indiscussi.
Chiudo dicendo che è notizia di pochi giorni fa che la NBA e la NCAA stiano rivalutando la regola del one and done e Rushandslam non può che essere d'accordo dato che da anni porta avanti questa battaglia, come descritto già in un pezzo del 2013:
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