Nella MVP-War la spunta... Iggy


Anche la stagione 2014-2015 è finita ed ha laureato Campione la squadra che forse aveva fatto vedere le cose migliori durante tutto l'anno, quella che aveva tra le proprie fila l'MVP della stagione e che è arrivata alle Finals con il gruppo migliore (anche dal punto di vista fisico).

Dopo aver nuovamente sottolineato come Rushandslam abbia per il secondo anno indovinato 14 pronistici su 15 serie con anche il 4-2 delle Finals, vediamo cosa hanno avuto i Warriors in più dei LeBron James Cavaliers.

La risposta appare semplice, ma non scontata: una rotazione.

James ha giocato ad un livello altissimo, ma l'MVP non è andato alla superstar avversaria, Curry, che giocando come in stagione avrebbe trascinato i suoi oltre l'ostacolo, ma a Iguodala, ad un giocatore che era stato il faro di una franchigia, ma che con Golden State è riuscito ad adattarsi ad un ruolo leggermente fuori dal cono di luce degli Splash Brothers, pur non snaturandosi.

Golden State vince con merito, incorona Curry come Big della Lega e fa ingoiare l'ennesimo boccone amaro a LBJ.

Dalla parte di Cleveland rimangono tanti rimpianti, primi fra tutti quelli legati agli infortuni.
Rimangono i dubbi tipo: e con Love? e cone Irving?
Quando LBJ si riposava la squadra non aveva punti nelle mani e questo, alle Finals, non è certamente un buon presupposto.
Il problema, però, è che la squadra è stata proprio concepita in questa maniera, come Love sottolineò ad inizio stagione, quindi non si può capire solamente ora che i Cavaliers fossero James-dipendenti.
Certamente nel momento in cui Dellavedova e Shumpert non hanno più trovato le prestazioni super delle prime partite di finale LeBron è rimasto completamente solo, ma è il suo gioco che porta a queste situazioni.

In conclusione, non solo ha vinto la squadra che ha giocato meglio per tutto l'anno, ma quella che già in partenza era stata assemblata nella maniera migliore ed allenata efficacemente secondo le ottime direttive di Kerr.
Dall'altra parte Blatt appare sul banco degli imputati e pronto anche a dimettersi, con la colpa che fu di Brooks, quella di non allenare, ma di appoggiarsi alla superstar sperando che riesca a trascinare tutta la squadra, ma nel basket giocare senza idee non porta da nessuna parte!

Onore ai Warriors per questa grande stagione e buona fortuna per i prossimo anno quando avranno il compito più duro: confermarsi!

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