I tre moschettieri di nuovo Campioni


Questo articolo vuole celebrare principalmente due cose, ma non può essere slegato dalla cronaca di una serata che sembra riassumere in sè tutta la stagione.

Andiamo con ordine e partiamo da una autocelebrazione!
Rushandslam ha sbagliato solo il pronostico della serie tra Miami ed Indiana ed ha centrato che il titolo sarebbe andato a San Antonio.
Chi legge questo articolo non può avere la controprova, ma vi assicuro che i pronostici che ho scritto erano stati compilati già al termine della regualr season, con (come detto) solo Indiana al posto di Miami alle Finals.

Speriamo di non fallire tutti i prossimi pronostici!

Dopo questo momento "personale" andiamo a parlare dei tre moschettieri.
Come nel libro, i protagonisti della serie sono stati i tre veterani cui si è aggiunto quello che verrà ricordato da tutti come il vero trascinatore del gruppo, sto parlando di Parker-Ginobili-Duncan e di D'Artagnan/Leonard.

Gara 5 è stato come il film della stagione, vediamo in che aspetti:

1) Miami parte a razzo
Miami doveva vincere e LBJ ha trascinato la squadra con un super primo quarto, sfruttando un momento in cui agli Spurs non entrava nulla, sembrava l'ennesima grande prova di carattere degli Heat, salvo poi sgretolarsi negli ultimi 2 quarti.
Dopo il primo quarto le percentuali al tiro vedevano Miami sopra il 40% e San Antonio sotto il 30%, alla fine gli Heat saranno al 40% mentre gli Spurs avranno superato il 45% (47.4%)

2) Manu il trascinatore
Con Parker a secco fino all'ultimo quarto, Duncan al lavoro nel pitturato è stato Ginobili a tirare fuori dalle sabbie mobili San Antonio e con un secondo quarto incredibile ha riportato in gara i texani.
Manu, classe 77 non ha ancora parlato di appendere le scarpe al chiodo e se gioca così può permettersi ancora tanti anni di NBA!

3) Il futuro che avanza: Leonard
Il giocatore che nella serie, ma soprattutto in gara 5 ha tenuto costante il suo rendimento è stato l'MVP delle finali: Leonard.
Tutti lo aspettavano con la difesa du LBJ, ma è stato decisivo anche in attacco.
Il futuro di San Antonio sembra essere legato a lui, terzo nella classifica dei più giovani MVP delle Finals.

4) Parker, quando conta
I primi tre quarti di Parker sono stati un incubo per quanto riguarda il tiro, 0/10!
Parker però non è solo quello, è anche leadership e nonostante le difficoltà ha tenuto la lucidità nel guidare i compagni, poi, quando ha sbloccato la situazione, ha comunuque dimostrato di saper segnare, tirando 7/8 nei seguenti tiri.

5) Spoelstra alla deriva
Era già successo con Brooks, quando allenatori non di alto livello si trovano a lottare per qualcosa di importante si affidano alle loro star, spesso queste li salvano, ma contro San Antonio di quest'anno è servito a poco.
Il tentativo finale del coach di Miami è stato pessimo ed ha evidenziato che non stava capendo nulla di quello che succedeva in campo, Pop ha dominato le Finals e la stagione!
Il coach degli Spurs ha saputo utilizzare al meglio i suoi giocatori, senza far stancare i veterani e valorizzando i giovani, ha fatto giocare a basket una squadra e non una /due o tre stelle solitarie!

6) Tim, Tim, Tim, Tim, Tim
Gli spunti sarebbero molti altri, ma chiudo parlando di un giocatore unico, un giocatore che ha portato la tecnica a livello celestiali, che a 38 anni ha 5 anelli che ha vinto in un arco di 15 anni con 17 stagioni NBA alle spalle.
Mai sopra le righe ora sta pensando di lasciare l'NBA.
Per me sarebbe la scelta giusta, come quella di Ray Lewis del 2013, lasciare all'apice della carriera per non intaccare la propria immagine di giocatore.
La partita si chiude con la standing ovation del pubblico e gli abbracci con Manu, Parker ed il suo socio dei primi successi l'ammiraglio David Robinson.
Proprio Robinson fece la scelta di lasciare dopo un Titolo, vedremo ancora il calmo Duncan anche la prossima stagione?
Ce lo dirà piano piano senza il clamore della decisione di LBJ, ma con la sua innata classe.

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